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Chi è “l’Israele di Dio” in Galati 6, 16?

 

Blake A. White

 

 

Alla fine della sua lettera ai Galati, Paolo scrive, in chiusura:


“Né la circoncisione né l’incorconcisione contano qualcosa, ciò che conta è la nuova creazione. Pace e misericordia a tutti quelli che seguono questa regola: all’Israele di Dio” (Gal. 6, 15-16).

 

L’espressione “Israele di Dio” è stata ed è oggetto di grande dibattito. A chi si sta riferendo Paolo? Sta parlando di Ebrei etnici o della chiesa, formata da Ebrei e Gentili? Io credo sia chiaro che Paolo si riferisce alla chiesa. Due ragioni principali mi hanno condotto a questa conclusione: il contesto più ampio e quello più immediato.


Primo, il contesto più ampio. La regola esegetica è la stessa di quella immobiliare: locazione, locazione, locazione. A questo riguardo, la grammatica e la sintassi sono ambigue edunque, come per ogni decisione interpretativa, è il contesto a dover essere decisivo. Dobbiamo esaminare la conclusione della lettera alla luce della sua interezza. E in molti modi, lo scopo stesso della lettera è affermare che non vi è distinzione tra Giudei e Gentili. Ricordate che i missionari anti-vangelo che Paolo sta contrastando in questa lettera stavano cercando di forzare i Gentili a “giudaizzare” (ἰουδαΐζειν), ovvero a “seguire costumi giudaici” (Gal. 2, 14). Essi stavano dicendo che per diventare il vero popolo di Dio essenzialmente bisognava diventare Giudei. Paolo era in disaccordo. E di molto.


E quindi egli cerca faticosamente di dimostrare falso il loro insegnamento. Esso è anti-vangelo. Forzare i Gentili a vivere come i Giudei non è camminare al passo con la verità del vangelo (Gal. 2, 14). Egli mostra ripetutamente che i Gentili son divenuti parte dei figli di Dio mediante la fede nel Messia. Si diviene un figlio di Abraamo, ovvero, un Giudeo, mediante l’unione al Re giudeo. Notate quanto pervasiva sia questa verità nella lettera ai Galati:

 

  • Galati 3, 7 - "Comprendete, dunque, che coloro che hanno fede sono figli di Abraamo." Ciò è esattamente lo stesso che dire che i credenti sono Giudei. La chiesa è Israele a motivo della fede in Gesù.

  • Galati 3, 28 - "Non vi è nè giudeo nè greco, nè schiavo nè libero, né vi è maschio e femmina, perchè voi siete tutti uno in Cristo Gesù." Ancora, la chiarezza è cristallina. Non vi è distinzione tra Giudeo e Gentile. Tutti sono uno in Cristo Gesù. Uno, non due.

  • Galati 3, 29 - "Se appartenete a Cristo, allora siete la discendenza di Abraamo, ed eredi secondo la promessa." Chi è la discendenza di Abraamo? Chi è Israele? Chi sono i Giudei? Quelli che appartengono a Cristo. La chiesa è l’erede della promessa fatta ad Abraamo.

  • Galati 4, 28 - "Ora voi, fratelli, come Isacco, siete figli della promessa." I Gentili sono i figli della promessa se sono in Cristo.

  • Galati 4, 31 - "Quindi, fratelli e sorelle, noi non siamo figli della schiava, ma della libera." I credenti galati sono figli della donna libera. La figliolanza di Sara è la chiesa.


Davvero non so come Paolo poteva esprimersi più chiaramente di così. Voler mantenere una distinzione tra Giudei e Gentili è in netto contrasto all’essenza stessa dell’intera lettera ai Galati.


Secondo, il contesto immediato mostra che l’”Israele di Dio” include Giudei e Gentili. Si noti la struttura dei versi 15 e 16: al verso 15 Paolo spiega la “regola” (κανών) della nuova creazione: “nè la circoncisione né l’incirconcisione significano qualcosa”. In altre parole, l’etnia conta nada. Paolo usa questa stessa “regola” in due altri luoghi: Galati 5, 6 e I Corinzi 7, 19. “Ciò che conta è la nuova creazione” (Gal. 6, 15). Dopo aver dispiegato questa “regola” Paolo augura pace e misericordia a tutti quelli che la seguono, ovvero all’Israele di Dio:


“Né la circoncisione né l’incorconcisione contano qualcosa, ciò che conta è la nuova creazione. Pace e misericordia a tutti quelli che seguono questa regola: all’Israele di Dio” (Gal. 6, 15-16).

 

Ciò che colpisce qui è che la preghiera di pace e misericordia lascia fuori proprio quelli che sostenevano che l’etnia, la circoncisione e l’incirconcisione contavano qualcosa, e che vi era una distinzione tra Giudei e Gentili nell’economia di Dio.


Dunque, se Paolo augura pace e misericordia a quelli che seguono la regola della nuova creazione, la regola che dice in essenza ciò che egli ha già detto: “Non vi è né Giudeo né Gentile” allora non può poi star facendo una distinzione tra Giudeo e Gentile con l’affermazione “Israele di Dio” alla conclusione di questa lettera! Ciò non avrebbe senso alla luce del contesto immediato, e, infatti, minerebbe tutto quanto ha detto finora nella lettera. Tutti quelli che sono in Cristo per fede sono la discendenza di Abraamo, eredi secondo la promessa.


Quindi, stando al contesto più ampio e a quello immediato, l’Israele di Dio in Galati 6, 16 include tutti coloro che sono in Cristo, Giudei e Gentili.

 

 

Traduzione dall’articolo originale di Francesco De Lucia.

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