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Brevi considerazioni sulle chiese domestiche

Francesco De Lucia

 

 

Alcuni argomentano con rabbia le cose di Dio e disprezzano l'opera di Dio che Lui ha compiuto e compie in tante chiese e denominazioni di svariata formazione e struttura. Dio ama il Suo popolo caramente e passa sopra tanti errori e mancanze della Sua promessa sposa, la chiesa. La Sua benedizione sul Suo popolo va oltre modelli e modi di fare chiesa, e va oltre le nostre divisioni. Non c'è dubbio. Ma mi permetto qui di dire che nelle mie ricerche personali a riguardo, che durano ormai anni, credo che nel Nuovo Testamento ci sia descritto, benché non prescritto, un modello che io qui chiamo "chiesa piccola/semplice/in casa". Io credo che questo modello, benché descrivendo questioni secondarie e non essenziali all'essere della chiesa, ci sia suggerito come un pattern per favorire la crescita e la santificazione della chiesa. Offro quindi qui alcune brevi considerazioni che spero non saranno interpretate come un giudizio di chi non pensa come me che il modello di chiesa piccola/in casa sia il modello raccomandato (nota, non comandato) dal Nuovo Testamento. 

 

1) Chi crede che gli incontri regolari della chiesa in gruppi relativamente più piccoli e in ambienti intimi sia desiderabile spesso lo fa perché crede che molte delle dinamiche e relazioni che dovrebbero essere al centro della chiesa come famiglia e corpo interattivo che si nutre ed edifica a vicenda (i 58 "l'un l'altro" del Nuovo Testamento) siano maggiormente praticabili in numeri relativamente più piccoli e in ambienti familiari. Quando si diventa "grandi" è più facile tendere a perdere o a disperdere il concepirsi e il relazionarsi come una famiglia e un corpo che si cura e si serve a vicenda. 

 

2) Il numero dei doni spirituali elencati nei passaggi di Corinzi, Efesini e Romani arriva a circa 15 e di certo non supera proprio la ventina. In un gruppo con, ad esempio, 10-20 adulti si potrebbe avere la manifestazione di tutti o comunque la maggior parte di quei doni, e anche se non la maggioranza, ci sarebbe in ogni caso il potenziale per l'espressione di una certa ricchezza carismatica. Non è detto poi che si debbano avere tutti i doni in ogni chiesa. Grandi numeri ed ambienti non sono necessari per avere e far manifestare i doni. Anzi, con numeri più ristretti e in ambienti più familiari quelle dinamiche sarebbero proprio  favorite ed incoraggiate. 

 

3) Dal testo di I Cor. 11, in cui, tra le altre cose, si correggono alcuni abusi sulla Cena del Signore, sembra che il problema di quel contesto era che alcuni arrivavano prima (alcuni pensano perché quelli appartenevano alla classe medio-alta, e non avevano problemi lavorativi come gli altri più poveri) e non aspettavano gli altri (più poveri, che dovevano lavorare fino a più tardi) nel celebrare la cena del Signore. Dal linguaggio usato nel testo, si capisce, e molti studiosi sono d'accordo, che questa cena viene descritta come un pasto comunitario serale vero e proprio, con un significato altamente simbolico e pattizio, proprio come il primo tale pasto celebrato dal Signore (che deriva dalla pasqua ebraica, anch'essa un pasto serale di patto vero e proprio, adempiutasi in Lui e nella Sua cena). Gli elementi centrali ed essenziali di questo pasto sacro sono il pane e il vino, ma quello che i primi cristiani, incluso l'apostolo, intendevano ed avevano in mente con "Cena del Signore" non era limitato al pane ed il vino. 

 

4) Non è forse vero che i primi cristiani si incontravano anche in edifici più grandi come il Tempio (Atti 2, 5) o la Scuola di Tiranno (Atti 19)? Sì, ma per un tempo e per propositi specifici. Il tempio di Gerusalemme era il punto di partenza e raccolta iniziale della prima chiesa salvata in massa a Gerusalemme. Già costruito, non dalla e per la chiesa neotestamentaria, e per una sola fase iniziale di raccolta di una chiesa risultata da una (rara) conversione di massa. Si procedeva nelle case per celebrare la cena, e per essere il popolo del nuovo patto, il vero tempio di Dio dove Egli abita, quello destinato a durare e prendere il posto di quello destinato ad essere distrutto (nel 70). La scuola di Tiranno è usata per due anni dall'apostolo per: evangelizzare gli inconvertiti e istruire la chiesa. Un solo esempio nel libro degli Atti. Un proposito limitato e temporaneo. Al massimo un precedente per poter pensare legittimo affittare sale per conferenze, istruzione biblica estesa, approfondita, ma sempre temporaneamente.  

 

5) Questo porta anche a pensare a come la chiesa primitiva usava il denaro e le risorse. Da uno studio del Nuovo Testamento si ricava che il denaro era usato dalle chiese esclusivamente per costruire e supportare il vero tempio di Dio: la chiesa. In sintesi: per i bisognosi e per le missioni. Incontrarsi in edifici è errato? Incontrarsi nelle case è comandato? No, e no. Ma, alla luce di cui sopra, riflettiamo sul perché gli incontri regolari della chiesa sono descritti sempre nelle case. Il Signore ci sta forse raccomandando di incontrarci in un modo e in un contesto dove i vincoli relazionali, l'esercizio dei doni, della responsabilità e l'edificazione mutua tra i membri della famiglia di Dio siano incoraggiati e favoriti? Un modello che inoltre permetta un uso ottimale delle risorse finanziarie? 

 

6) Desiderare ritornare ad alcuni pattern neotestamentari non è desiderare di ritornare ad una pratica meramente culturale. Nel mondo di oggi molti stanno riscoprendo l'importanza della chiesa come famiglia, come corpo interattivo e partecipante, del ministero di tutti, del concepirsi e relazionarsi come una vera famiglia, dello stare insieme per crescere in Cristo mediante le dinamiche spirituali e relazionali del Nuovo Testamento. Molte chiese nella storia hanno desiderato e oggi desiderano maggiore comunione, interazione, relazione e crescita mediante relazioni autentiche e il ministero di tutti i membri. Si desidera l'unità, l'amore e la crescita. Si organizzano piccoli gruppi e cellule. Tutto questo è buono. Ma io credo che ancora meglio sarebbe un pieno ritorno ad alcuni importanti pattern descritti nel Nuovo Testamento:

 

- Chiese composte di comunità familiari relativamente piccole che si incontrano principalmente in ambienti domestici e relazionate in una stessa città o regione, che insieme cooperano all'evangelizzazione organica alla vita di tutti i giorni e che così si espandono maggiormente.

- La cena come pasto comunitario di patto nelle case, celebrato intorno a Cristo, e che esprime e fortifica l'unità della famiglia e corpo di Cristo.

- La partecipazione ed edificazione mutua del corpo di Cristo mediante il genuino ministero e funzionamento di tutti.

- Un uso ottimale delle risorse: principalmente a sostegno dei leader di chiesa (missionari ed anziani) e dei bisognosi, e non tanto a spese amministrative non necessarie.

 

Di questo, e vengo anche all'evidenza archeologica, ne dà prova il fatto che molti tra i primi credenti si incontravano nelle cosiddette "insulae", blocchi di piccoli-medi appartamenti (i "cenacula" - ci sono ancora rovine di tali a Roma ed Ostia in Italia) dove nel migliore dei casi ci entravano 20-30 persone quando si parlava dei proprietari di classe media, e spesso meno di quel numero (se si trattava dei piani superiori, più piccoli e scadenti di quelli inferiori) spesso in affitto alle classi medio-basse e basse, di cui per gran parte si componeva, per disegno divino (I Corinzi lo dice ai primi capitoli), la chiesa di Cristo. In una città vi erano probabilmente vari cenacula di 10-20 persone (o anche di meno) connesse mediante leaders in una medesima città, e mediante missionari (apostoli) ed altre figure che le coordinavano insieme in una medesima opera. In altri casi avevamo credenti che si incontravano, oltre che in questo modo, anche nelle case più grandi dei più abbienti (una piccola minoranza tra i credenti). Anche in quei casi però, come il caso della Dura Europos, ed altri, non si parlava di numeri maggiori alle 60-70 persone. Non si costruivano edifici più grandi appositamente dedicati, dedicando a questo scopo specifico ingenti risorse.

 

Questo può certamente essere letto, alla luce del Nuovo Testamento, come fatto di proposito per mantenere la chiesa come famiglia, e favorire quel set di relazioni ed interazioni che Cristo vuole nella Sua chiesa perché essa si relazioni, ami, cresca si fortifichi a vicenda e rimanga in tal modo unita e mostri al mondo quell'amore mediante il quale il mondo crederà. Ripeto, io non sto dicendo che le chiese che non si incontrano in casa e sono composte di numeri più grandi non facciano affatto quello che la chiesa debba fare. Sto dicendo, con tanti altri che desiderano favorire la crescita biblica e le dinamiche spirituali dello Spirito nel NT, che più una chiesa si avvicina a quei pattern apostolici che ci vengono descritti e raccomandati, e più si permette alla chiesa di poter crescere e maturare nell'amore. E' quindi più una questione di quanto, che di se.

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