La Casa di Dio
La musica in chiesa: quanto è importante?
Jim Elliff
Potremmo esprimere tutto quello che il Nuovo Testamento insegna sulla musica in chiesa in non più di un paio di paragrafi. A questi si aggiungano quelle illustrazioni vivaci del canto corporativo nei cieli che vediamo nell’ultimo libro della Bibbia, dove angeli e moltitudini riempiono l’aria di cori maestosi. Ma per quanto riguarda ciò che il Nuovo Testamento ci dice per istruirci a come usare la musica nella chiesa, troviamo in esso soltanto quattro passaggi:
· Parlando l’uno all’altro in salmi ed inni e cantici spirituali, cantanto e facendo melodia nel vostro cuore al Signore. Efesini 5, 19
· Che la parola di Cristo dimori riccamente tra di voi, con ogni sapienza insegnando ed ammonendo l’un l’altro con salmi ed inni e cantici spirituali, cantando con gratitudine nei vostri cuori a Dio. Colossesi 3:16
· Quindi, chi parla in lingua preghi che possa interpretare. Perché se prego in lingua, il mio spirito prega, ma la mia mente è infruttuosa. Cosa, dunque? Pregherò con lo spirito e pregherò altresì con la mente; canterò con lo spirito e cantero altresì con la mente. Altrimenti, se voi benedite nello spirito soltanto, come dirà “amen” al vostro ringraziamento chi occupa il posto di ignorante in quanto non capisce ciò che state dicendo? Perché voi state offrendo un bel ringraziamento, certo, ma l’altro non è edificato. 1 Corinzi 14:13-17
· Che dunque, fratelli? Quando vi radunate, ognuno ha un salmo, un insegnamento, una rivelazione, una lingua, un’interpretazione. Ogni cosa sia fatta per l’edificazione! 1 Corinzi 14:26
Questo è tutto. Un supporto piuttosto esiguo per tutte le migliaia di euro che vengono spesi nelle chiese evangeliche odierne per gli strumenti, l’amplificazione, i leader dell’adorazione, i programmi e i cori musicali, e gli edifici costruiti in modo elaborato per l’alta qualità del suono. Di certo non ci si biasimerà troppo se pretendiamo vi sia una base un pò più solida, a livello scritturale, per il comportamento di queste chiese nel loro uso del denaro e del loro tempo. Purtroppo, però, poche chiese sono disposte a ripensare questo argomento in base a quello che insegna il Nuovo Testamento. Cosa ne facevano della musica le chiese (che fossero piccole o meno) al tempo del Nuovo Testamento, sotto la tutela degli apostoli?
“Ci vado perché mi piace la musica”
A pensarci bene, dubito che le chiese primitive attirassero nuovi credenti a motivo della loro musica. Se si era alla ricerca della musica e di un buono show, forse il tempio pagano locale sarebbe stata un’opzione migliore. L’adorazione nei templi pagani nota alla maggioranza della popolazione del tempo era fatta di recite, danze, canti, e perfino parate, ma i credenti primitivi sembra non abbiano mai pensato di emulare questo tipo di adorazione per attrarre tali persone per Cristo. La musica della chiesa primitiva non poteva competere con le stravaganti performance dei templi. A differenza delle nostre chiese oggi, i primi cristiani non solo non potevano ma nemmeno cercavano di competere con essi.
Anche l’adorazione nel Tempio Giudaico era professionalizzata, coreografata e forse anche bella da ascoltare, ma, di nuovo, la chiesa primitiva sembrò bypassare totalmente quel tipo di approccio per vincere dei nuovi convertiti, o per regolare la loro vita comunitaria.
In tempi recenti (anche prima che si usasse l’espressione “crescita di chiesa”) dei leader intraprendenti hanno cercato di attrarre le folle alle loro chiese con la musica. E’ stata chiamata “musica speciale”. Quello che facciamo ogni settimana nelle chiese andrebbe chiamato piuttosto “musica di routine”. “Miss Roselle condurrà la musica di routine stamattina”. Non fa niente se l’acuto da soprano di miss Roselle fa appassire i fiori, perché l’ordine del servizio richiede la “musica speciale”. E’ tutto programmato e forzato in un programma perfino se a farlo siano non credenti o membri di chiesa infedeli. Mi si ricordi di nuovo come faceva l’apostolo Paolo a fondare chiese senza della musica speciale che accompagnasse i suoi messaggi?
Ma alcune chiese offrono più che un acuto di soprano: alcuni fanno delle vere e proprie feste musicali! Nessuno annuncia misso Roselle: lei arriva e canta, magari con del fumo e delle luci speciali che la circondano. E molti la seguono. Non so quante volte sono stato in chiese dove ho ascoltato musica talmente professionale, provata e limata che essa avrebbe fatto invidia a qualsiasi concerto a pagamento. Soltanto dei musicisti professionisti o semi-professionisti potrebbero crearla. Tutti gli altri sono “audience”. A dir il vero miss Roselle non avrebbe alcuna chance in mezzo a loro.
Spesso le persone vanno in queste chiese perché e solo perché “mi piace la musica”. Per molti quello è abbastanza. E’ triste ma molte chiese sono condizionate e dominate talmente tanto dalla musica che l’insegnamento della parola è stato quasi totalmente oscurato da essa così da diventarvi quasi irrilevante. Tre settimane senza quegli show musicali e quell’edificio ecclesiastico si svuoterebbe.
Non si fraintenda la mia preoccupazione con una mancanza di voglia di far bene le cose. In passato volevo dedicare la mia intera vita alla musica, e quindi ne so qualcosa. Ma sembra che siamo giunti a degli estremi tali da aver perso quello che il Nuovo Testamento ha da dire a riguardo.
Il Nuovo Testamento e la musica
Come dovremmo integrare una musica che sia appassionata, significativa, e Cristocentrica nella nostra vita di chiesa? Cosa dovremmo o non dovremmo fare? Potrei suggerire mille cose (tipo qualcuno parli con miss Roselle!) ma abbiamo bisogno non tanto di idee migliori ma di idee bibliche. Lasciatemi richiamare la vostra attenzione ad alcune delle cose che insegna la Bibbia a riguardo. Io credo queste siano le cose più cruciali perché è quanto Dio ha scelto di dire sulla musica alla chiesa del Nuovo Testamento nel tempo del Nuovo Patto. Preparatevi perciò ad affrontare alcune idee radicali:
1. I versi che ho citato all’inizio indicano che la musica dovrebbe riguardare prima di tutto l’edificazione dei credenti. Questa è l’enfasi principale negli scritti apostolici. Dall’Apocalisse di Giovanni vediamo che essa è usata per lodare, ma Paolo è chiaro nell’insistere che l’edificazione è la sua principale direttiva. La musica non è tutta verticale, ma essa guarda a chi vi è attorno in chiesa. Dobbiamo “parlare l’un l’altro” con la musica e “insegnare” e “ammonire” “l’un l’altro”. Va senza dire che l’edificazione non è lo stesso che l’intrattenimento che rende felici e di buon umore le persone ma che spesso non raggiunge il profondo nell’anima come vuole la parola “edificazione”. La semplice musica di una congregazione, ad esempio, quando si cerca di insegnare l’un l’altro attraverso parole e musica che fanno pensare può essere uno strumento potente di sviluppo spirituale. Questo concetto soltanto potrebbe cambiare il contenuto e la maniera della vostra esperienza musicale.
2. La musica deve essere un modo di “lasciare che la parola dimori riccamente tra di voi”. Ciò significa che la buona musica è la “parola” o il “messaggio” che viene presentato in musica. E’ unita alla parola che testimonia, che insegna, che prega, in un modo tale che il tempo trascorso insieme diviene una full immersion nelle parole di Dio. La musica della canzone è lì per portare “la parola”, “il messaggio” o “la verità” di Dio sulle sue ali.
3. La musica cristiana nel NT è concepita come un’offerta che un fratello o sorella porta alla congregazione. Paolo dice “ognuno ha un salmo” come per dire che ognuno viene all’incontro preparato e spiritualmente pronto per cantare un salmo (o, per estensione, una canzone o inno spirituale) al gruppo per la loro edificazione; o forse possono suggerire il loro salmo al gruppo al momento perché lo si canti insieme. Può essere preparato o spontaneo, ma anche se preparato sarà presentato come se fosse naturale, sentito, spontaneo, alla congregazione. So che tutto questo sembrerà del tutto fuori portata per molti credenti, ma vi sto soltanto riportando quello che leggo nel passaggio scritturale. Nella chiesa primitiva ognuno poteva contribuire con i loro doni e talenti per l’edificazione del corpo. Era parte di ciò che significava avere una vita di corpo nella chiesa. Gli incontri erano più o meno aperti ai credenti e all’uso dei loro doni, sotto la direzione di Dio e non in modo caotico. Pensare altrimenti è seguire più la Riforma che il Nuovo Testamento.
4. Da questo ne segue di necessità che la coordinazione degli incontri e quello che vi accadeva, e quindi inclusa la musica, doveva essere la reponsabilità degli anziani che dovevano guidare i credenti, sotto l’autorità di Cristo. Non credo che lo facessero imponendo un “ordine di culto”, ma favorendo una cultura e una dinamica in cui tutti i membri del corpo portavano i loro doni e davano il loro contributo sotto la guida dello Spirito, guardando ai loro leader se vi era bisogno durante l’incontro. Gli anziani avrebbero potuto probabilmente frenare gli eccessi di qualcuno, o perfino non permettere e qualcuno di offrire il loro contributo se era inappropriato e non edificante, ma in ogni caso i loro incontri erano aperti perché tutti potenzialmente potessero condividere i loro doni e talenti spirituali sotto la loro supervisione.
5. Benché Paolo non escluse esplicitamente un cantare estatico, egli ammonì che negli incontri della chiesa si doveva “cantare anche con la mente”. Il punto è che quello che si canta deve essere anche compreso da chi lo ascolta. Deve essere compreso, in qualche modo, anche da chi è “ignorante” tra loro. Qui Paolo non approva quello che nega in precedenza in 1 Corinzi, ovvero che chi non ha lo Spirito possa capire le cose di Dio, ma vuole dire che si devono udire parole intellegibili durante il canto comunitario. Non voglio qui inoltrarmi nel dibattito sulle lingue, interpretazioni, etc., ma voglio soltanto dire una cosa ovvia: quando cantiamo deve essere intellegibile a tutti perché possa essere di edificazione. Comprendere è importante.
6. Si possono usare una varietà di forme musicali. Quello che si intende esattamente per “salmi, inni e cantici spirituali” non lo so, ma di sicuro questa era una chiesa che cantava sia salmi che inni. So che alcuni interpretano queste parole come un comando a praticare la salmodia esclusiva. Io credo che queste parole vogliano rappresentare varie forme di musica da usare nella chiesa. Chi negherebbe che durante un momento di preghiera una canzone di lode dalle parole sane e profonde cantata a memoria di solito è più appropriata perfino di un grande inno teologico della riforma, per quanto anch’esso abbia il suo luogo? Ci vuole varietà.
7. Nella chiesa primitiva non vediamo direttori della musica. Tra i doni di leadership descritti da Paolo in Efesini 4 non vediamo “direttori di musica”. E così anche in 1 Corinzi, Romani e 1 Pietro, dove troviamo liste di doni spirituali, non vediamo alcun dono musicale. Possiamo apprezzare e avere a cuore chi sa suonare e cantare bene e in modo professionale per il Signore, e queste figure potrebero anche avere il loro luogo in altri contesti, ma nelle chiese locali secondo i documenti del Nuovo Testamento mancano queste posizioni professionali in questi ruoli. Un’eccezione potrebbe forse essere leader che sono anziani o missionari veri e propri che hanno anche un dono musicale particolare. Ma anche questo non è chiaramente illustrato nel Nuovo Testamento.
Infine
Quello che sto dicendo è che similmente a dei bambini in un parcogiochi ci siamo dati alla pazza gioia in questo campo musicale senza però chiedere il permesso a nostro Padre per capire quali fossero davvero i Suoi desideri. Per 60 anni mio zio portò a sua sorella con fedeltà e amore i suoi cioccolatini alla ciliegia preferiti. Non aveva mai pensato di chiederle se questo fosse il suo gusto preferito. E se avessimo fatto la stessa cosa per Dio ma a Lui non fossero stati molto graditi? Possiamo essere sinceri quanto vogliamo, ma quando nei fatti non ci curiamo quasi per niente di quello che Egli ha designato per la chiesa del nuovo patto di sicuro andiamo contro alle Sue intenzioni e desideri. E se capire e implementare questo significa cambiare radicalmente perfino le strutture stesse delle nostre chiese, perché non farlo se è giusto secondo la Sua Parola?
La lezione principale, in poche parole, è che i credenti primitivi nel tempo del Nuovo Testamento abbandonarono di proposito ogni presentazione coreografata, professionalizzata ed elaborata perché questo apparteneva alle ombre dell’era del Tempio, e si mosse invece sotto la leadership più semplice, fluida e flessibile dello Spirito. Benché non sappia come esattamente questo debba essere realizzato, proverei almeno a cercare di muovermi in quella direzione che pensare di saperne di più di quanto piaccia a Dio e voglia Dio e continuare come prima. Stando attenti all’enfasi sul corpo di Cristo nel Nuovo Testamento, e confidando in Dio, di certo possiamo fare dei passi, se necessario graduali, per ritornare a questa gloriosa semplicità, bellezza ed equilibrio.
Traduzione di Francesco De Lucia con permesso dell'autore dell'articolo originale.