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Una breve, triplice risposta all’obiezione filosofico-morale:

“Siccome esiste il male, Dio non esiste”

 

Francesco De Lucia

 

Risposta logico-filosofica

Primo, senza il Dio biblico, e i Suoi standard morali assoluti ed universali che riflettono la Sua natura morale stessa, non avrebbe nemmeno senso logicamente per noi parlare di qualcosa come “male”, perché tale categoria presuppone uno standard morale assoluto ed universale, e senza uno standard morale assoluto il “male” potrebbe essere legittimamente relativizzato in modo infinito e quindi perdere di senso proprio. Il fatto che l’uomo conosce che esiste il “male” è un’evidenza che tutti hanno in modo innato un senso dell’esistenza del Dio biblico assoluto, della Sua natura morale universale, e dei Suoi standard morali assoluti ed universali che riflettono quella natura. Chi desidera negare l’esistenza di Dio a motivo dell’esistenza del male dovrebbe negare anche l’esistenza stessa del male e smettere di parlare di male ed anche agire di conseguenza come se niente in realtà è male, oppure ammettere di necessità l’esistenza del Dio biblico. 

 

Risposta storico-morale

Secondo, secondo la sua rivelazione, in origine il Dio biblico ha creato l’uomo in grado di amarlo e di ubbidirlo, ma anche capace di scegliere liberamente il contrario: questo perché Dio voleva essere amato ed ubbidito liberamente e spontaneamente e non contro la volontà dell’uomo. Il racconto biblico ispirato ci dice che l’uomo scelse di non amare ed ubbidire al suo creatore. Il male è la conseguenza di quella sua disubbidienza volontaria, perché è il risultato del giudizio di Dio sull’uomo. L’uomo abbandonò la protezione e la cura di Dio contro il male, che cominciò ad avere espressione subito dopo la caduta. Ogni uomo, proveniente dal primo uomo giudicato da Dio, eredita una natura corrotta dal male, e che quindi vuole e produce male per natura. E’ dunque l’uomo a dover essere biasimato moralmente per l’esistenza del male perché esso è conseguenza della sua disubbidienza ed è inerente alla sua natura e proviene dalla sua natura. 

 

Risposta teleologico-escatologica

Terzo, il male non coglie Dio di sorpresa. Esso era nel Suo eterno piano. Secondo quel piano, Dio permette che il male accada come espressione della disubbidienza volontaria dell’uomo anche per un fine più grande e duplice: la rivelazione della Sua complessa natura gloriosa. Senza permettere il male, Dio non avrebbe potuto mostrare a noi, e noi non avremmo conosciuto, cosa significhi la Sua giustizia nel punire il male in chi sarà giustamente giudicato alla fine dei tempi, e cosa significhi la Sua misericordia nel perdonare e non giudicare, attraverso l’opera di Cristo, agli eletti tutto il male da loro compiuto. La luce della gloria di Dio, nella sua giustizia e nella sua misericordia, splende maggiormente quando posta contro il background delle tenebre del male commesso dall’uomo. Il carattere di Dio è rivelato alle Sue creature, e specialmente agli eletti, proprio attraverso la manifestazione del male che Egli non approva ma che Egli permette per il fine ultimo di quella manifestazione. 

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