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Risposte ad alcune obiezioni comuni contro il Cristianesimo


Mike Warren

 

 

1. Problema del male: se Dio è onnipotente e benevolo, Egli rimuoverebbe tutto il male nel mondo, e quindi il male non dovrebbe esistere.

Un argomento fallace. La Bibbia non insegna che Dio è buono nel senso che rimuoverebbe il male per quanto potrebbe secondo la Sua potenza (cf. Rom. 9:17). Se non si presume questa definizione di bontà divina, la Sua bontà non contraddice affatto la Sua onnipotenza e l’esistenza del male. Dio è buono nel senso che Egli è lo standard ultimo di bontà. Siccome non vi è uno standard di bontà più alto di Dio che potrebbe portare Dio Stesso in giudizio, allora se Dio permette che il male esista ne consegue di necessità che Dio ha una ragione moralmente sufficiente per permettere che esso esista. Alcuni atei ribattono che, secondo gli standard di decenza umani, Dio non dovrebbe permettere tutto il male che accade nel mondo, ma questa obiezione rimanda la questione, perché presuppone che gli standard umani e non gli standard divini siano il criterio con cui giudicare cosa sia buono o meno. Viene detto che il cristiano ha un problema difronte all’esistenza del male, ma non dimentichiamo che l’ateo ha un problema con l’idea stessa di bontà: egli non ha base alcuna per affermare l’esistenza del male stessa, perché non ha uno standard assoluto di bontà con cui valutarlo. Dunque l’ateo deve basarsi sul Dio Cristiano perfino per poter fare quest’obiezione.[1]

 

2. Se Dio è onnipotente, potrebbe Egli creare una pietra troppo grande per poterla sollevare Egli Stesso? 

Argomento fallace. La concezione cristiana non è che Dio è onnipotente nel senso che possa fare qualsiasi cosa assurda che passa per la mente. Egli è onnipotente nel senso che può fare qualsiasi cosa Egli voglia, ma Egli può fare soltanto quanto è coerente col Suo carattere. Dio non può mentire (Ebr. 6:18) e non può negare Se Stesso (II Tim. 2:13), il che implica che non può fare delle cose logicamente contraddittorie. Ma se concedessimo per ipotesi che Dio possa fare una prima cosa contraddittoria, ovvero che il Suo essere onnipotente significhi poter creare una pietra così grande da non essere in grado di sollevare, allora potremmo dire anche che Egli potrebbe fare, perché no, anche una seconda cosa contraddittoria, che è sollevare la pietra da Lui creata che è troppo grande e pesante per Lui. 

 

3. Se esiste un Dio sovrano, l’uomo è determinato e non libero.

L’ateismo ha un problema tutto suo con la questione “determinismo VS libero arbitrio”, e quindi questo punto non può determinare la scelta di ateismo contro Cristianesimo. Ma di fatto la soluzione cristiana a questo problema è migliore di qualsiasi soluzione atea.  Gli atei dicono che la volontà umana è soggetta al fato e al determinismo ambientale, che è una legge senza alcun libero arbitrio, un prodotto del caso, che è libertà senza legge. Pochi atei, come B. F. Skinner, sono stati coraggiosi abbastanza da abbracciare il determinismo; ma la maggioranza afferma che la volontà umana è spontaneamente libera. Questo non è coerente con la loro credenza nell’evoluzione naturalistica. Ma qualsiasi veduta l’ateo sposi, per ogni ateo la volontà umana è un prodotto di quanto è impersonale e amorale. Non vi è un significato morale al caso più di quanto vi sia per il determinismo materialista. In ogni caso, la concezione atea esclude la possibilità dell’esistenza di leggi morali che gli umani hanno la libertà morale di ubbidire o disubbidire. Almeno nella concezione del mondo cristiana il fatto che gli esseri umani sono moralmente responsabili prova che sono una creazione di una personalità assolutamente morale. Vi è una distinzione tra l’essere di Dio e l’essere dell’uomo, ma l’ateo nega che gli umani abbiano una natura distinta dalle fonti impersonali e amorali che gli hanno dato origine. Una spiegazione esaustiva di come Dio crei delle creature moralmente responsabili è impossibile. Non abbiamo scoperto una cura definitiva per l’influenza comune, e ci aspettiamo di capire in modo esaustivo qualcosa di misterioso come la volontà umana? 

 

4. L’Inquisizione, le Crociate, la caccia alle streghe, etc. I cristiani hanno ingiustamente ucciso gli altri.

Un argomento ad-hominem. Proprio come la filosofia marxista non è invalida semplicemente perché alcuni marxisti hanno agito incoerentemente al Marxismo, così la filosofia di vita cristiana non è falsa solo perché alcuni cristiani hanno agito in modo non coerente al Cristianesimo. Inoltre, l’argomento può essere ridotto ad assurdità come una ragione per cui scegliere il Cristianesimo contro l’ateismo, perché ufficialmente i governi atei nel solo 20° secolo hanno assassinato decine di milioni di persone legalmente innocenti, e questo è molto più di quanto i governi cristiani abbiano mai fatto nella storia. [2] Infine, quando degli atei uccidono degli innocenti stanno in fondo essendo nient’altro che coerenti con la visione del mondo atea stessa, perché se gli esseri umani sono alla fine soltanto delle sacche di molecole, essi non hanno alcun reale valore. Almeno l’etica è possibile nella visione del mondo cristiana: vi è uno standard assoluto e divino che ci permette di dire che è immorale uccidere degli esseri umani innocenti. Prima del Cristianesimo era praticamente inaudito criticare la propria nazione per il suo trattamento di altre nazioni, perché quest’ultime erano considerate moralmente inferiori a prescindere, e a volte perfino meno che umane. Le nazioni cristiane sono state le prime nella storia a criticare il proprio trattamento cattivo di altre nazioni. [3]

 

5. I comandi di Dio nell’Antico Testamento erano crudeli.

Questo è rimandare la questione. Chiamare i comandamenti di Dio crudeli è presumere uno standard di bontà più alto di Dio. Nella visione del mondo cristiana quello che Dio comanda è giusto per definizione perché non vi un altro standard con cui si può giudicare Dio. Vediamola dall’altro lato: che diremmo se un cristiano afermasse che l’ateismo non può essere vero semplicemente perché i suoi insegnamenti etici sono contrari all’etica insegnata nella Bibbia? L’etica atea è stata dimostrata errata in tal modo? No, il cristiano ha meramente asserito qualcosa che presume la verità del Cristianesimo, e non ha presentato un argomento che dimostri la sua verità in primo luogo. Lo stesso dicasi per l’obiezione dell’ateo. 

 

6. Se Dio definisce cosa è giusto e cosa è sbagliato allora Egli potrebbe cambiare arbitrariamente quanto Egli dichiara essere giusto e sbagliato. 

Tutti hanno un qualche standard ultimo per cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Se quello standard non è assoluto ed autosufficiente, allora definire giusto e sbagliato potrebbe essere soggetto a modifiche arbitrarie. Il Dio cristiano è un essere assoluto ed autosufficiente. Egli è immutabile quanto al Suo carattere morale. I Suoi comandamenti sono un riflesso del Suo carattere morale. L’ateo basa l’etica su un universo in flusso costante e senza un proposito, e dunque è l’ateo a doversi confrontare col problema di un’etica arbitraria. 

 

7. I cristiani sono arroganti ed arbitrari nel dire che loro hanno ragione e tutti gli altri si sbagliano.

Questa concezione si confuta da sola perché l’ateo sta dicendo di avere ragione nel rigettare la verità del Cristianesimo e sta dicendo che tutti i cristiani si sbagliano. Come dice Alvin Plantinga: “Queste accuse di arroganza nei nostri confronti sono scivolose dal punto di vista filosofico: avvicinati abbastanza per usarle contro il credente cristiano, ed è probabile che si attacchino anche a te” [4]. “Non giudicare” è un’attitudine che confuta se stessa: se è sbagliato dire che gli altri si sbagliano, allora potremmo dire che è sbagliato dire che è sbagliato dire che gli altri si sbagliano. Essere umili non vuol dire che hanno tutti ragione tranne che il cristiano, come sta di fatto dicendo chi obietta il cristianesimo, ma secondo la standard divino significa sottomettersi alla parola rivelata di Dio e proclamarla agli altri come Egli comanda di fare. 

 

8. Tutte le religioni sono fondamentalmente le stesse. Il Cristianesimo non può dire di essere l’unica via. 

Vi sono alcune similarità tra il Cristianesimo ed altre religioni, ma vi sono anche delle importanti differenze. Focalizzarsi sulle similarità ma ignorare le differenze è intellettualmente disonesto. Equivale alla fallacia di equivocazione. Ad esempio, varie religioni comandano di amare, ma l’amore è definito in modo diverso dalle varie religioni. Budda comandò l’amore per il prossimo non perché egli abbia un qualche valore, ma meramente come mezzo per distruggere la propria individualità ed essere assorbito nell’unità dell’universo. Nell’Induismo il paradiso è una grande orgia sessuale. E’ quello il vero amore? Vi sono leggende, in altre religioni, di risurrezione dai morti, ma il fatto che queste religioni insegnano che i risorti sono prodotto di un universo impersonale in cui ogni essere è uno, in opposizione all’insegnamento cristiano della natura duale di Cristo e dell’assoluta distinzione in essere tra Creatore e creatura, conferisce un significato molto diverso a quelle risurrezioni.  

 

Sono molto poche, anzi, le religioni propriamente teiste. Il Buddismo, il Confucianesimo e il Taoismo sono a-teiste. L’Induismo ha molti dèi, ma sono delle forze impersonali, in ultima analisi, a controlllare l’universo. Le sole religioni che insegnano un Dio personale e sovrano similmente al Cristianesimo sono il Giudaismo e l’Islam. Ma la loro origine è nella medesima rivelazione biblica; dunque la verità di ognuna può essere valutata in base alla loro conformità a quella comune rivelazione. E il cristiano argomenta che il Giudaismo e l’Islam non sostengono in modo coerente il concetto di un Dio assoluto, perché in quelle religioni la salvezza è per opere umane piuttosto che per l’operazione della grazia di Dio. [5]

 

9. Non è ingiusto che Dio mandi all’inferno le persone che non hanno mai udito di Gesù?

 

La condanna delle persone sarà per aver peccato contro Dio. Rigettare Gesù è meramente uno tra tanti peccati. Il fatto che alcuni criminali sono perdonati non cambia l’altro fatto che chi è punito sta ricevendo la sua giusta retribuzione. Benché non tutti abbiano udito di Gesù e della sola via di salvezza in Lui, Dio e la Sua legge sono conosciuti ad ogni essere umano attraverso la creazione e la coscienza dell’uomo: entrambe sono create da Dio e rivelano Dio (secondo Romani cap. 1-2). La profondità della ribellione umana contro Dio è evidente dal fatto che l’uomo è posto difronte alla rivelazione di Dio in queste due forme ogni momento della sua esistenza e tuttavia rifiuta di riconoscere ed ubbidire Dio. 

 

10. Nell’appellarsi alla Bibbia per dimostrare la Bibbia il cristiano è colpevole di ragionare in un circolo vizioso.

 

Non necessariamente. Vi è una differenza tra dimostrare la coerenza interna di un sistema di credenze (che è quello che fa il cristiano presupposizionalista) e la fallacia di argomentare in un circolo vizioso. Anzi, gli atei spesso rimandano la questione quando sollevano questa obiezione perché pretendono una spiegazione naturalistica (che chiamano “scientifica”) per quello che afferma il cristiano, piuttosto di considerare la possibilità di una legittima spiegazione non-naturalistica. 

 

11. La Bibbia non può essere una guida obiettiva alla verità perché molte persone sono in disaccordo su quale sia la sua corretta interpretazione.

 

a. Solo perché degli studenti danno delle risposte diverse alla stessa domanda di un test non significa che non vi sia una sola risposta corretta. E’ anzi molto probabile che in quel caso molti degli studenti non hanno studiato abbastanza o correttamente. Per usare un’altra analogia, se alcuni fossero in disaccordo sulla forma della terra, non significherebbe che la terra quindi non abbia una forma precisa. 

 

b. Vi sono alcuni insegnamenti difficili nella Bibbia, ma il suo messaggio centrale è chiaro e tutti possono comprenderlo. Quelle denominazioni cristiane che credono che la Bibbia sia la sola regola di fede (Sola Scriptura) possono avere dei disaccordi, come ad esempio sul battesimo, ma vi è abbastanza accordo da potersi considerare fratelli e sorelle nella fede. I più grandi disaccordi sorgono quando altre autorità vengono considerate e trattate come uguali o superiori alla Bibbia (e.g. la tradizione e la gerarchia ecclesiastica nel Cattolicesimo Romano, il Libro di Mormon per i Mormoni, La Società della Torre di Guardia per i Testimoni di Geova, etc.). 

 

c. Qualcuno ha notato poi i disaccordi che vi sono tra gli atei su quale sia la corretta interpretazione degli scritti filosofici degli atei? Se voglio essere un ateo, dovrò seguire chi? Platone? Aristotele? Sartre? Skinner? O chi e perché? Sia gli atei che i cristiani sono nella stessa barca quanto all’avere dei disaccordi interni. 

 

12. La Bibbia non è un libro caduto dal cielo. Ed è quindi assurdo dire che è infallibile. La Bibbia è stata scrittura da umani fallibili, condizionati dalle culture in cui hanno vissuto. Qualsiasi sorta di rivelazione divina sarebbe quindi distorta perché l’attività interpretativa della mente umana interviene tra la rivelazione di Dio ad un individuo e l’atto di inscritturare quella rivelazione da parte dell’individuo. 

 

Questo è un rimandare la questione. L’argomento presume che la mente dell’uomo è autonoma da Dio. La mente dell’uomo non è una barriera per Dio, perché è stata creata da Dio. Dio ha creato gli umani per comunicare con Lui. In quanto creazione di Dio la mente umana è essa stessa rivelatoria di Dio. Il fatto del peccato non nega la creaturalità umana. I cristiani possono ammettere che la personalità dello scrittore umana si mostra nella scrittura. Ma Dio può usare quella personalità creata da Lui Stesso, e allo stesso tempo sopprimere il peccato che le è inerente, così che l’autore umano scriva quello che Egli vuole (l’infallibilità, anzi, è un concetto inevitabile, vedi il punto 17) [6]. 

 

13.  La Bibbia è piena di contraddizioni [7].

 

a. Primo, più superficialmente si legge la Bibbia, e più “contraddizioni” si troveranno. Se io dicessi: “sta piovendo” e poi “non sta piovendo”, mi sarei contraddetto soltanto superficialmente. Avrei potuto parlare di due tempi, luoghi diversi, o perfino usare “piovendo” in due sensi diversi. Dunque vi è un senso in cui l’interpretazione deve precedere l’analisi logica. 

 

b. Secondo, il cristiano maneggia le contraddizioni apparenti nella Bibbia allo stesso modo in cui un evoluzionista maneggia i problemi che sorgono nella teoria dell’evoluzione. Se un evoluzionista non può risolvere un qualche problema in questa teoria (e.g., come si è evoluto l’occhio umano, come spiegare i gap nei fossili, etc.), cosa farà: abbandonerà la sua teoria e diverrà un creazionista? Non è probabile. Quello che farà è questo: lo spiegherà come un problema minore che potrebbe essere risolto nel futuro dopo ulteriori ricerche, o potrebbe perfino ammettere la possibilità che la difficoltà non sarà mai risolta perché la catena dei fossili è incompleta. Perché farebbe questo? 1) Perché pensa che nonostante qualche problema possibile vi sono tante altre evidenze a favore dell’evoluzione, e 2) perché il creazionismo per lui non è un’opzione perché pensa che impegnarsi in una visione del mondo naturalistica sia necessario per la possibilità stessa di fare scienza e ragionare. Allo stesso modo il cristiano considera le apparenti contraddizioni scritturali come problemi minori che potrebbero essere risolti con un po’ di ulteriore studio o ricerca, o che potrebbero non essere mai risolte perché le ricerche archeologiche sono incomplete. Perché farebbe questo? Perché il cristiano afferma cose irrazionali e ciecamente fideistiche? No, ma perché 1) nonostante alcune contraddizioni apparenti, vi è molta altra evidenza che sostiene l’affidabilità della Bibbia (il che include l’affermazione della Bibbia stessa di essere infallibile, come in Gv. 10:35), e perché 2) abbandonare la Bibbia per abbracciare l’ateismo non è un’opzione perché l’esistenza di un Creatore assolutamente razionale come descritto nella Bibbia è per il cristiano necessaria alla possibilità stessa di pensare in modo logico, di poter avere una moralità, e di poter fare scienza. 

 

c. Sia l’evoluzionista ateo che il cristiano riconoscono, a qualche livello, che in quanto creature finite e limitate gli umani non potranno mai avere tutti i fatti a disposizione. Di conseguenza le contraddizioni apparenti, o “difficoltà” per il loro rispettivi sistemi, sono inevitabili. Come osserva correttamente l’evoluzionista ateo Richard Lewontin a riguardo di un suo compatriota e il suo doppio standard arbitrario: “Quanto sembra assurdo ad un individuo dipende dal pregiudizio di quell’individuo. Carl Sagan accetta, come me, la dualità della luce, che allo stesso tempo è onda e particella, ma egli pensa che la consustanzialità del Padre, Figlio e Spirito Santo “mette in grossi guai” il mistero della Santa Trinità. Come dire: due fanno compagnia, ma tre sono una folla” [8]. 

 

Il solo modo di decidere tra due sistemi di credenze opposti non è mettere in evidenza dei problemi minori inerenti ad essi, ma guardare alla presupposizioni o presupposti di base di quei sistemi, quello che viene detto determini la natura ultima dell’universo. Per vincere la disputa si deve poter dimostrare che quel particolare sistema di credenze fornisce le precondizioni stesse per la razionalità umana, in modo che la scienza, la logica e l’etica siano perfino possibili e giustificabili. Nel rigettare la relazione eterna tra leggi della logica e fatti particolari nella mente di un Dio onnisciente, l’ateo deve credere che la logica, come principio di unità astratto da fatti particolari, in ultima istanza determina la natura del mondo (e.g. razionalisti come Parmenide e Platone), oppure deve credere che dei fatti particolari non correlati tra loro sono la fonte di tutto quanto esiste (materialismo), o credere alla finalità di universali astratti e particolari astratti (Kant). In tutti questi casi, siccome la logica e i fatti cominciano in esclusione l’una dagli altri, non vi è base perché essi diventino correlati l’una agli altri nella mente umana. Un’unità astratta (una carta bianca) ed una particolarità astratta (il caos) sono entrambi irrazionali (non possono essere oggetti di conoscenza) e cercare di creare il razionale dall’irrazionale è come fare zero più zero ed aspettarsi un numero positivo. Dunque l’esistenza di un Dio assoluto, come fonte sia dell’unità che della particolarità del mondo, è necessaria per la possibilità stessa della razionalità e della conoscenza umana [9]. 

 

14. “Dio” è un termine privo di significato, come il termine “blich”.

 

Rappresentazione fantoccio del Dio biblico, e rimanda la questione. Presume che Dio esiste in qualcosa come il reame noumenico di Kant, come una vuota astrazione. Il Dio di Kant non è il Dio cristiano. Il Dio cristiano ha un carattere concreto, e quel carattere ha implicazioni chiare per la vita umana (paradiso, inferno, peccato, creazione, etc.). Se Dio avesse altre caratteristiche vi sarebbero altre implicazioni. 

 

15. Dire “Dio l’’ha fatto” non spiega niente. Voglio sapere come Dio l’ha fatto!

 

In quanto creature finite, spiegazioni esaustive di qualsivoglia cosa sono impossibili. Quale evoluzionista ha una conoscenza esaustiva del processo evolutivo? Significa questo per lui che l’evoluzione non ha alcuna spiegazione? Il punto è che la possibilità e l’esistenza della scienza, logica, ed etica almeno ha senso in un mondo creato da un Dio assolutamente razionale e morale, ma in un mondo in cui l’universo è determinato dalla materia impersonale, amorale e non razionale non si può giustificare razionalmente la scienza, la logica e l’etica. Nel Cristianesimo non saprai mai come Dio ha fatto una mucca, ma almeno è possibile conoscere qualcosa di quella mucca mediante la scienza, che è razionalmente possibile a motivo del Dio cristiano. 

 

16.  Credere nella religione potrà anche avere un significato emotivo, ma non ha un significato razionale. La fede e la ragione sono indipendenti l’una dall’altra. 

 

Rimanda la questione. Questa non è la concezione cristiana di fede e ragione. Quando il cristiano si appella alla fede, non si sta appellando al non-razionale ma ad un Dio assolutamente razionale [10]. E’ l’ateo, che crede che la mente umana finita è la mente più avanzata nell’universo e che l’universo è in ultima istanza non razionale, che si appella al non razionale quando crede qualcosa che non è stato afferrato dalla mente umana. La concezione della religione che viene presunta in questa obiezione è in realtà una descrizione della spiritualità e fede atea e non quella del Cristianesimo (vedi sotto per altro sul rapporto tra scienza e religione). 

 

17.  Credere nella religione è essere chiusi mentalmente e credere qualcosa sulla base di un’autorità vuota. L’ateo e l’agnostico sono scettici ed hanno una mente aperta: essi credono soltanto sulla base dell’evidenza, e sono disposti a seguire l’evidenza dovunque essa conduca. 

 

Come ha osservato un famoso filosofo: “il dubitare presuppone l’essere certi” [11]. Essere scettici di qualsiasi cosa significherebbe che una persona non ha credenze, come un vegetale. Non si dovrebbe essere aperti di mente a tal punto che vi cade il cervello dal cranio. Non si può essere scettici della verità di qualcosa a meno che si accetti prima un qualche standard di verità. Se si rigetta Dio, sarà un altro lo standard ultimo che prenderà il Suo posto, un idolo. In quanto ultimo, non vi è altro standard più alto che può criticarlo. Lo Stato (Hobbes, Hegel), il Partito Comunista, la natura (Marchese de Sade), la volontà della maggioranza (Rousseau), l’esperienza (Hume), l’impulso artistico, la libertà accademica, e molti altri aspetti della creazione di Dio hanno funzionato come idoli infallibili per la società moderna [12]. Sia il cristiano che il non cristiano hanno un’autorità ultima che non metteranno in questione e secondo cui giudicheranno (e saranno scettici di) altre “verità”. 

 

L’universo dell’ateo è chiuso a Dio. L’ateo è chiuso perché rigetta la possibilità di Dio dal principio, come quando definisce la scienza come una ricerca di spiegazioni naturalistiche, che significa che è una conclusione raggiunta già in partenza che non cercherà né considererà mai alcuna evidenza per il soprannaturale. Dunque quando dice di credere qualcosa soltanto sulla base di un’”evidenza” e seguirà quell’evidenza dovunque essa conduca, ha già viziato il gioco col definire “evidenza” in un modo che escluda a priori Dio. Sono chiusi di mente verso la possibilità stessa di trovare evidenza per il Cristianesimo. La posizione atea si confuta da sola, perché ammonta a dire in modo assoluto che non vi sono assoluti. E’ una verità assoluta, per loro, che la Bibbia è il Cristianesimo non possono essere veri, e che la “scienza”, che in realtà può dare soltanto una forma di verità probabilistica, è invece la fonte di ogni conoscenza genuina. Non soltanto questa posizione confuta se stessa, ma lo standard ultimo di un ateo mina la possibilità stessa della razionalità perché il suo standard ultimo è non-razionale. Sulla base dell’interamente non razionale non può sorgere il razionale e non si può spiegare il razionale. Per essere scettici in un modo che sia moralmente e logicamente coerente si deve avere uno standard di verità razionale ed assoluto con cui giudicare altre verità. Ironicamente, soltanto se si presuppone la finalità di un Dio assolutamente razionale e della Sua parola assoluta rivelata si può essere aperti di mente e scettici in modo razionale e morale. 

 

18.  Il creazionismo è una pseudo-scienza perché la scienza è, per definizione, una ricerca di spiegazioni naturalistiche. 

 

Rimanda la questione. Questa definizione della scienza presume che il mondo può spiegarsi senza Dio, che è proprio il punto in discussione. Escludere spiegazioni soprannaturali dall’inizio è assiomatico, non giustificato. Dio avrebbe potuto usare l’evoluzione per formare la vita in qualche misura, e che Egli lo abbia fatto o meno è una questione da determinare con un’appropriata esegesi della Scrittura. Inoltre, non stiamo dicendo che gli atei non possano apportare grandi contributi alla scienza, ma significa che quando lo fanno stanno essendo incoerenti con l’ateismo stesso. Essi operano in base ad un capitale preso in prestito dalla concezione del mondo cristiana, specialmente perché derivato dalla storia della Civilizzazione Occidentale, in cui il Cristianesimo ha fornito i presupposti necessari per la nascita della scienza moderna [13]. Se si capiscono ed ammettono queste cose, si vedrà che la sola scienza possibile è anzi quella creazionista. 

 

19. La fede cristiana è un capriccio irrazionale di menti primitive ed ignoranti che immagina che il nostro mondo misterioso e pericoloso sia governato da un Padre amorevole e saggio. Più la scienza e la ragione avanzano, e più il bisogno della religione svanirà come il sorriso dello Stregatto. 

 

Rimanda la questione, costruisce un fantoccio. Solo perché si desidera qualcosa non significa affatto che essa non sia vera. Inoltre, la concezione cristiana non è che l’umanità si è evoluta da un brodo primordiale irrazionale a delle menti razionali. L’ateo, nel pensare questo, in realtà sta descrivendo l’irrazionalismo che è inerente alla visione del mondo atea. Siccome secondo la sua concezione l’uomo è l’essere più razionale dell’esistente, appellarsi oltre la mente umana alla fede deve quindi secondo lui essere un appellarsi a quanto è non-razionale. La concezione cristiana è che l’uomo è sempre stato in contatto con un Dio assolutamente razionale. L’appello cristiano a credere non è un salto nel buio dell’irrazionalità, ma un appello a credere in un Creatore assolutamente razionale. Potremmo dire, al contrario dell’ateo: l’ateismo è un desiderio irrazionale che non vi sia un Dio a cui l’ateo deve ubbidire e da cui deve essere giudicato. Che l’una o l’altra concezione sia il prodotto di un desiderio irrazionale dipende da un argomento oggettivo secondo cui o l’una o l’altra concezione sia falsa. L’argomento cristiano contro l’ateismo è che data la sua concezione che l’universo sia in ultima analisi non-razionale, la razionalità non potrebbe mai conseguirne. 

 

20.  La scienza unisce le persone perché è obiettiva, osservabile e testabile in modo che tutti possono concordare a riguardo. La religione divide perché concerne credenze soggettive e non testabili, in modo che non vi può mai essere una risoluzione tra gruppi che credono cose diverse. 

 

Un’obiezione fantoccio, una cattiva rappresentazione sia di scienza che di religione, quantomeno la religione cristiana. Uno dei grandi miti dell’epoca moderna è che “i fatti parlano da soli”. In realtà i fatti sono sempre fatti interpretati da qualcuno. Nel ventesimo secolo molti filosofi hanno cercato di sviluppare una teoria della conoscenza basata puramente sull’esperienza sensoriale, ma che essi abbiano fallito nel far questo è ora ampiamente riconosciuto nei circoli filosofici. Le leggi della logica, i concetti matematici, ed altri concetti astratti, ad esempio, non sono entità osservabili. Gli sperimenti scientifici non possono falsificare in modo conclusivo una proposizione particolare, perché ognuno ha un’ampia gamma di credenze. Se messa difronte ad un’evidenza apparentemente sfavorevole alla sua credenza, una persona potrebbe scegliere di abbandonare una delle sue credenze per proteggerne un’altra che gli è più cara (come ad esempio negare che gli strumenti abbiano misurato o registrato un evento in modo accurato). 

 

Inoltre, la fede cristiana è una credenza in verità oggettive. L’esistenza di Dio è un fatto anche se nessun essere umano lo riconoscesse. La Bibbia incoraggia a mettere alla prova empirica il fatto che una rivelazione di Dio sia genuina, come quando lo fa a riguardo dell’adempimento di una profezia (Deut. 18:22). E vi sono prove obiettive e razionali dell’esistenza di Dio, ad esempio il fatto che perché la razionalità, moralità, e conoscenza umana siano possibili, è necessario che vi sia un Creatore di esse che sia assolutamente razionale, morale, e onnisciente. In ultima analisi l’ateismo si riduce a puro soggettivismo perché la verità è giudicata dalla mente umana. La verità diviene qualsiasi cosa un individuo umano decide che sia. Soltanto il Cristianesimo può giustificare la verità obiettiva perché la radica in un Dio trascendente, assolutamente razionale ed immutabile che è lo standard ultimo della verità [14]. 

 

 

21.  Ogni credenza religiosa dovrebbe essere messa alla prova in base a degli standard scientifici perché la scienza soltanto è lo standard su cui tutti concordano. 

 

Questa obiezione rimanda la questione. Presume che l’esperienza sensoriale sia la sola fonte di verità. Per questo esclude la possibilità del soprannaturale dall’inizio. Cerca di unire tutti pretendendo che i credenti cristiani e tutti quelli che credono nel soprannaturale accettino i loro presupposti anti-soprannaturalistici e liberali. I liberali sono una piccola setta elitista che non tollera chiunque altro non concordi con loro. 

 

22.  Le prove tradizionali per l’esistenza di Dio, sono state dimostrate problematiche.

 

Non sottoscrivo quelle “prove”, e quindi quest’obiezione non si applica a tutti quelli che, come me, difendono il Cristianesimo in modo presupposizionalista. 

 

23.  Il fatto che gli atei sono stati incapaci di risolvere alcuni misteri non dimostra l’esistenza di Dio. Appellarsi a Dio per spiegare l’universo fisico è troppo comodo, ed illegittimo. 

 

Gli atei da un lato dicono che la scienza (che essi erroneamente eguagliano ad una concezione del mondo naturalistica) ha avuto un estremo successo nel risolvere misteri e nel darci una vasta conoscenza. D’altro canto dicono che appellarsi a Dio ferma la ricerca e l’ulteriore conoscenza. Il metodo materialista produce conoscenza, e il metodo teologico ferma la conoscenza, dicono. 

 

Questo modo di ragionare è problematico perché mostra una mancanza di coscienza della necessità trascendentale dell’esistenza di Dio perché la conoscenza sia in primo luogo possibile, come spiego in un mio saggio. Se presumiamo la verità del naturalismo, la conoscenza stessa sarà impossibile, e quindi la scienza stessa sarà impossibile. Appellarsi a Dio per spiegare la scienza non vuole cercare di riempire delle lacune nella visione del mondo materialista ma è qualcosa di logicamente necessario perché la scienza stessa sia possibile in primo luogo. La concezione del mondo naturalistica non soltanto ha delle lacune, ma non può spiegare in partenza l’intellegibilità stessa di qualsivoglia cosa. Sulla base di un universo in ultima analisi non razionale la razionalità stessa non sarebbe spiegabile e quindi possibile. 

 

Una delle implicazioni del teismo cristiano è che vi sono alcune cose che gli esseri umani non sapranno mai. Rimarremo sempre delle creature finite. A volte vi sono dei miracoli che impediscono di capire e spiegare la catena di causazione materiale. Ma la regolarità osservata in natura è una norma che è possibile in quanto tale soltanto se si presume che Dio governa costantemente l’universo. Soltanto perché un Dio assolutamente razionale è il Creatore e Sostenitore di tutte le cose è possibile un’investigazione razionale delle cose create, incluse la natura. Non sapere alcune cose è un prezzo basso da pagare per la possibilità della conoscenza umana e per tutti i frutti che la scienza, possibile perché basata su dei presupposti teisti biblici, può apportare alla vita sulla terra. 

 

Il fatto che alcuni eventi siano miracolosi e quindi oltre lo scopo della scienza non significa che essa non sia possibile in altre circostanze. Il Dio biblico ha promesso che, di regola, Egli sosterrà l’uniformità nei processi naturali (Gen. 8:22). Certo, è ammesso e non concesso che un Dio assoluto e sovrano potrebbe in teoria fare dei miracoli con una frequenza tale che la regolarità della natura potrebbe divenire non più discernibile dall’uomo, ma rimane vero quello che abbiamo detto finora, ovvero che l’esistenza di un Dio assoluto e sovrano è necessaria per la possibilità stessa della scienza. Escludendo un Dio che può fare miracoli non possiamo più  giustificare razionalmente l’esistenza di un mondo governato da una legge naturale uniforme, ma ci troveremmo dinanzi ad un mondo totalmente caotico, o ad un unità priva di qualsiasi contenuto, o una combinazione di entrambe. Da un lato la concezione teista pone gli eventi miracolosi e qualsiasi altra conoscenza che Dio non rivela agli umani oltre la capacità di investigazione umana, ma rimane comunque vero che queste cose sono in ultima analisi razionali perché hanno la loro origine in un Dio assolutamente razionale. D’altro canto secondo una concezione non teista della realtà, qualsiasi mancanza di unità e coerenza deve essere considerata irrazionale, ed avente origine nel caos irrazionale. 

 

Lo scienziato Arthur Jones fa alcune osservazioni interessanti a riguardo: “Viene comunemente affermato dagli scienziati secolari che il creazionismo “ferma la scienza”. Si contende che ascrivere qualcosa alla diretta azione di Dio (come l’origine degli organismi viventi) sia fermare ogni ricerca scientifica. Questo sembra ormai parte del buonsenso comune, ed è un argomento molo persuasivo per molti. Tuttavia non è difficile mostrare che si tratta di un argomento fallace. Vari punti. Primo, l’argomento si basa su un’ignoranza dei vari modi in cui la fede cristiana può interagire con la scienza e quanto sia stata fruttuosa in passato questa interazione. Dopotutto, molti dei grandi scienziati del passato erano dei cristiani impegnati e molti di essi nel fare scienza stavano proprio esplorando in modo cosciente le implicazioni della loro fede cristiana per la scienza. Secondo, se l’azione diretta di Dio potrebbe escludere un certo tipo di spiegazione, ve ne sono altre che invece potrebbero essere da essa avanzate. Dire che Dio creò le varie specie di animali e piante di certo esclude una spiegazione evoluzionista. Ma lascia aperta l’investigazione scientifica dei tipi di relazioni (ecologica, di sviluppo, etc.) tra queste specie. Molti scienziati sono stati indottrinati dall’evoluzionismo darwiniano a tal punto che non considererebbero nemmeno la possibilità di spiegazioni ed investigazioni alternative. Terzo, vi è ampia documentazione che dimostra che è proprio il naturalismo evoluzionista che invece spesso ha di fatto rallentato la ricerca scientifica. Un esempio: presumere che alcuni organi siano vestigie di specie precedenti ha spesso ritardato la comprensione delle loro funzioni [15]. 

 

 

Note

[1] Si noti che non rispondo con l’argomento standard odierno, ovvero che Dio doveva creare gli umani con la possibilità di scegliere il male altrimenti sarebbero stati dei robot incapaci di esprimere amore liberamente. Un ateo potrebbe comunque ancora dire che dare il libero arbitrio agli umani è stato un prezzo troppo alto per tutto il male nella storia del mondo. E poi in paradiso nessuno potrà mai peccare e tuttavia si amerà Dio liberamente, non roboticamente; e allora perché Dio non creò quella medesima situazione al principio? In ultima analisi la risposta cristiana deve essere che la sapienza di Dio è più alta della nostra, che comprendiamo le Sue vie o meno. Vedi Greg Bahnsen, “The Problem of Evil,” in Always Ready:  Directions for Defending the Faith (Texarkana, AR:  Covenant Media Foundation, 1996), pp. 163-75, disponibile a  www.cmfnow.com sotto “Articles;” e vedi i nastri GB239 and GB240 nel corso Philosophy of Christianity di cfnow.com. 

[2] Vedi Gil Elliot, Twentieth Century Book of the Dead (New York: Charles Scribner's Sons, 1972) e Paul Johnson, Modern Times: The World from the Twenties to the Nineties (New York: Harper & Row, [1983] 1991). Secondo il già esile russo Aleksandr Solzhenitsyn (1918-), all’apice dell’Inquisizione spagnola (tardo Medioevo) circa dieci persone al mese erano condannate a morte. Durante gli ottant’anni prima della rivoluzione russa, diciassette persone all’anno lo erano. Nei primi due anni della rivoluzione di Lenin più di mille al mese erano assassinate senza un giusto processo. All’apice del terrore staliniano una stima di quarantamila al mese. Vedi Aleksandr Solzhenitsyn, "America: You Must Think About the World," Soizhenitsyn: The Voice of Freedom (June 30, 1975), p. 9.

[3] Alvin Plantinga, Warranted Christian Belief (New York:  Oxford University Press, 2000), p. 444.

[4] Alvin Plantinga, Warranted Christian Belief (New York:  Oxford University Press, 2000), p. 444.

[5] Vedi Rousas John Rushdoony, The Biblical Philosophy of History (Vallecito, CA:  Ross House Books, 1969), p. 67.

[6] Per altro sull’ispirazione della Bibbia consulta questo sito sotto “articles”: www.cmfnow.com; Dr. Greg Bahnsen, “Autographs, Amanuenses and Restricted Inspiration” e “The Inerrancy of the Autographa”. Vedi anche, John Piper:  The Inspiration, Inerrancy, and Authority of the Bible.

[7] Per risposte a specifiche difficoltà bibliche, vedi Gleason L. Archer, Encyclopedia of Bible Difficulties (Grand Rapids, MI:  Zondervan, 1982).

[8] Richard C. Lewontin, “Review:  Billions and Billions of Demons,” The  New York Review of Books, January 9, 1997.

[9] Vedi Cornelius Van Til, The Defense of the Faith (Philadelphia, PA:  The Presbyterian and Reformed Publishing Co., 1955), pp. 42-43.

[10] Vedi Cornelius Van Til, An Introduction to Systematic Theology (Phillipsburg, NJ:  The Presbyterian and Reformed Publishing Co., 1974 ), p.12-13; e Greg L. Bahnsen, Always Ready: Directions for Defending the Faith (Texarkana, AR:  Covenant Media Foundation, 1996), pp. 193-201.

[11] Ludwig Wittgenstein, On Certainty (New York:  Harper & Row, 1972),  § 115.

[12] Vedi Rousas John Rushdoony, Infallibility:  An Inescapable Concept  (Vallecito, CA:  Ross House Books, 1978).

[13] Vedi "The Light Has Come!: Quotations on the History of Christian Contributions to the Progress of Civilization"

[14] Vedi Greg Bahnsen, “Pragmatism, Prejudice, and Presuppositionalism” in Gary North, ed., Foundations of Christian Scholarship:  Essays in the Van Til Perspective, (Vallecito, CA:  Ross House Books, 1976), pp.289-90.

[15] Arthur Jones, cap. 25 in In Six Days:  Why Fifty Scientists Choose to Believe in Creation (Green Forest, AR:  Master Books, 2000) pp.241-42.

 

 

Traduzione di F. De Lucia dall'articolo originale 

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