La Casa di Dio
Il significato e il modo del battesimo con acqua
Robert L. Reymond
Il background dell’Antico Testamento
L’Antico Testamento fa spesso riferimento a dei lavaggi rituali. La legge di Mosè prescriveva dei bagni rituali per chi era considerato impuro cerimonialmente (Lev. 14, 8-9; 15). Aaronne e i suoi figli erano lavati cerimonialmente alla loro ordinazione al sacerdozio (Lev. 8, 5-6). Anche l’aspersione dei mobili impiegati nel tabernacolo e nel tempio era prescritta. Questi lavaggi rituali erano poi applicati simbolicamente nelle preghiere per ricevere la purificazione spirituale (Sal. 51, 1-2, 7-10; vedasi anche Ez. 36, 25-26). Il battesimo di ravvedimento di Giovanni in preparazione alla venuta del Messia (Mt. 3, 6, 11; Mar. 1, 4-5; Lu. 3, 3), dato il fatto che il suo ministero apparteneva all’epoca preparatoria dell’Antico Testamento (Mt. 11, 13), dovrebbe probabilmente esser considerato una purificazione cerimoniale o rituale (che indicava una purificazione spirituale) da collocarsi in questo contesto veterotestamentario.[1]
Istituzione
Il Signore Stesso istituì il sacramento del battesimo alla vigilia della Sua ascensione quando diede ai discepoli il Grande Mandato: "andate e fate discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli [baptizontes] nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mat. 28:19). La chiesa ha quindi una sanzione dal cielo per battezzare i suoi membri, e non battezzarli è disubbidire al cielo.
Il participio presente in questo verso sembra essere un participio di “mezzo”, ovvero il battesimo è qui visto come uno dei due mezzi esteriori con cui dalle nazioni sono fatti i discepoli, dove la seconda è “insegnando loro ad ubbidire ad ogni cosa che vi ho comandato”. Non intendo suggerire che il battesimo produca il discepolato, ma che è in connessione a questa cerimonia che i cristiani dichiarano pubblicamente il loro impegno verso Cristo, normalmente e formalmente, per la prima volta.
Importo
Seguendo John Murray,[2]credo sia importante chiarire che l’importo del battesimo debba derivarsi dai termini della sua istituzione e dai vari riferimenti ad esso nel Nuovo Testamento. Se partiamo dalla formula che Gesù ha usato nella sua istituzione, ovvero “battezzandoli nel nome” (baptizontes eis to onoma; cf. 1 Cor. 1, 13, 15 – "battezzati nel nome di Paolo"; 1 Cor. 10, 2 – "battezzati in Mosè"), risulta chiaro che la formula esprime una relazione alla persona in cui o nel cui nome si viene battezzati.[3]
Il battesimo, quindi, denota il fatto di una relazione. Ma di che tipo? Quando si prendono in considerazione passaggi come Romani 6, 3-6, 1 Corinzi 12, 13, Galati 3, 27-28 e Colossesi 2, 11-12 (di cui parliamo bene sotto) è chiaro che la natura della relazione è una di unione con Cristo, e in particolare di unione con Cristonella sua crocifissione, morte, seppellimento e resurrezione (non soltanto unione con lui nelle ultime due cose). Di questa unione spirituale il battesimo è il segno e sigillo sacramentale. Ma siccome Gesù parla di essere battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, il battesimo significa anche l’unione con il Padre ed il Figlio e lo Spirito Santo, e questo significa con le tre persone della Trinità, sia nell’unità espressa dalla loro comune possessione del solo nome, che nella ricchezza della relazione particolare con ogni persona della Deità che questa Deità ha col popolo di Dio nell’economia del patto di grazia.[4]
Siccome questa ordinanza include l’uso dell’elemento visibile dell’acqua e l’azione osservabile dell’applicazione di quell’acqua alle persone, e in vista dell’insegnamento di Ezechiele 36, 25-26, Giovanni 3, 5, 1 Corinzi 6, 11, e Tito 3, 5 concernente l’uso cerimoniale dell’acqua e di un lavaggio di purificazione, come anche l’insegnamento di Colossesi 2, 11-12 dove la circoncisione (che è un segno di purificazione dall’impurità del peccato) è correlata al battesimo, si capirà che il battesimo significa più specificamente la purificazione dall’impurità e dalla colpa del peccato. Questa purificazione risulta dall’unione del peccatore alle persone della Deità nelle loro particolari azioni salvifiche nell’ordo salutis (l’ordine spirituale in cui avvengono le varie fasi della salvezza).
Infine, siccome il nome stesso dell’ordinanza è quello che è, ovvero battesimo (baptisma), esso simbolizza ovviamente la sola opera spirituale a cui viene dato questo nome nella Sacra Scrittura, ovvero, l’opera di Cristo di battezzare il suo popolo con lo Spirito Santo (cf. Mt. 3, 11; Mar. 1, 8; Lu. 3, 16; Giov. 1, 33; At. 1, 5; 2, 33; 1 Cor. 12, 13), dove tale opera li unisce a Sé e alle altre persone della Deità nelle loro opere salvifiche di rigenerazione, purificazione, giustificazione e santificazione.
Battesimi apostolici nel Nuovo Testamento
Vi sono pochi esempi (undici) di battesimi cristiani registrati nel nuovo Testamento. Ciò è notevole, perché i battesimi devono essere stati molto frequenti nei giorni degli apostoli. Quelli che di fatto vediamo sono i seguenti:
1. Giudei - Atti 2, 37-41
2. Samaritani - Atti 8, 12-17
3. L’eunuco etiope - Atti 8, 35-38
4. Paolo - Atti 9, 18; cf. 22, 16
5. Caesarei - Atti 10, 44-48
6. Lidia - Atti 16, 13-15
7. Il carceriere di Filippi - Atti 16, 30-34
8. Corinzi - Atti 18, 8
9. I discepoli di Giovanni - Atti 19, 1-7
10. Crispo e Gaio - 1 Corinzi 1, 14
11. La famiglia di Stefana - 1 Corinzi 1, 16
Una cosa interessante da notare sui battesimi in Atti è che sono amministrati “sul” o “verso” o “nel” nome di Gesù (Atti 2, 38, epi; Atti 8, 16, eis; Atti 10, 48, en; Atti 19, 5; eis; vedi anche Gal. 3, 27; Rom. 6, 3) e non nel nome del Dio Triuno come specificato nella formula di Matteo 28. Alcuni critici credono che questo provi che Mt. 28, 19 è una “redazione Matteana tarda”, ma io suggerisco che Luca sta semplicemente dando una forma abbreviata delle parole usate nella cerimonia battesimale, mettendo in risalto il fatto che è attraverso la mediazione di Gesù che si entra in unione col Dio Triuno ed il fatto che queste persone stavano essendo ammesse alla chiesa di Cristo.
Esposizione dei riferimenti paolini al battesimo
Anche nelle epistole i riferimenti al battesimo sono relativamente pochi, con una sola eccezione non paolina (1 Pt. 3, 21) e con nessun riferimento ad esso nell’Apocalisse.[5]Gli otto esempi paolini al battesimo sono i seguenti: Galati 3, 27; 1 Corinzi 1, 13-17 (6 volte); 10, 2; 12, 13; 15, 29 (2 volte); Romani 6, 3-4; Efesini 4, 5, e Colossesi 2, 12.[6]
Galati 3, 26-27: “Perché voi siete tutti figli di Dio attraverso la fede in Cristo Gesù; perché quanti sono stati battezzati in Cristo hanno indossato Cristo”. Credo che Paolo abbia qui in mente l’opera battesimale di Cristo, con cui Egli battezza gli eletti col Suo Spirito (perché di certo non tutti quelli battezzati in acqua hanno realmente di fatto “indossato Cristo”), e mediante quest’opera essi sono portati in unione con Lui attraverso la fede. Questa unione qui viene descritta metaforicamente come aver “indossato Cristo”, nel senso in cui uno indosserebbe un indumento.
1 Corinzi 1, 13-17; 10, 2: i sei riferimenti al battesimo in 1 Corinzi 1 “confermano la pratica apostolica del battesimo come riflessa in Atti, e sono significativi teologicamente perché presuppongono l’importanza relazionale del battesimo cristiano (eis to onoma), che è anche espressa in 1 Corinzi 10, 2 (eis ton Moysen)” (Jones). Jones qui nota anche l’evidente priorità della Parola sul sacramento nell’affermazione paolina che Cristo l’ha mandato ad evangelizzarepiuttosto che battezzare, benché egli battezzava anche alcuni convertiti come Crispo (vedi Atti 18, 8) e Stefana (vedi 1 Cor. 16, 15).
1 Corinzi 12, 13: “Perché siamo stati tutti battezzati mediante un solo Spirito [en heni pneumati] in un solo corpo”. Concordo pienamente con Jones qui che “non vi è ragione per cui la preposizione ennon deve essere tradotta ‘con’ o ‘mediante’ piuttosto che ‘da’. Cristo è colui che ‘battezza’ con lo Spirito Santo, è lui l’agente e lo Spirito Santo è l’elemento”. (Tuttavia io preferisco mettere in evidenza che nella preposizione eis“in un solo corpo”, è espresso il carattere relazionale di questa opera battesimale piuttosto che il proposito di questa opera, come invece dice Jones). Concordo con Jones anche quando scrive:
Che Cristo piuttosto che lo Spirito Santo è l’agente di questo battesimo è confirmato dalla frase successiva: “… e siamo stati tutti abbeverati con un solo Spirito”. Questo passaggio è dunque non un riferimento diretto al battesimo con acqua, ma si riferisce invece allo spargimento dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste in quanto un evento storico-redentivo definitivo a cui prendono parte anche generazioni successive di credenti quando vengono inclusi nel corpo di Cristo. Il battesimo con acqua è ovviamente il segno dell’opera purificatrice dello Spirito Santo nella vita dell’individuo credente, ma non è questo il punto principale di questo testo.
Questo è evidente dalla voce passiva e dal tempo puntiliare del verso epotisthemen“siamo stati tutti abbeverati”.
1 Corinzi 15, 29: “Ora se non vi è risurrezione cosa faranno quelli che sono battezzati per i morti [hyper ton nekron]? Se i morti non sono risuscitati, perché si viene battezzati per essi?” Come osserva Jones, i due riferimenti in questo verso al battesimo per i morti lasciano a dir poco perplessi. Vengono proposte molte spiegazioni dai commentatori, ma non vi è al momento alcuna soluzione certa.[7]
Siccome è impossibile sapere per certo cosa volesse qui dire Paolo, non abbiamo un avallo chiaro nel testo o nel contesto per concludere, come Jones, che “Paolo sembra vedere questa pratica in una luce positiva”. Quello che si può però concludere dal testo è che qualsiasi fosse quella pratica quantomeno egli la sta impiegando come un argomento ad hominem a favore della risurrezione fisica contro quelli in Corinto che la negavano.
Romani 6, 3-4: “O non sapete che tutti noi che siamo stati battezzati in Cristo Gesù siamo stati battezzati nella sua morte? Noi siamo stati quindi seppelliti con lui attraverso il battesimo nella morte”. Qui Paolo insegna che quando il credente è unito a Cristo attraverso il battesimo che Cristo fa mediante il Suo Spirito nel suo corpo avviene in lui un cambiamento decisivo di cui l’ordinanza del battesimo è il segno e sigillo esteriore: egli muore al regno del peccato e vive per la giustizia. Se quindi l’importanza del battesimo con acqua è simbolizzare quell’unione con Cristo, ne consegue che il battesimo conferma, ovvero serve come sigillo della nostra unione con lui nella sua crocifissione, morte, seppellimento e risurrezione. Murray scrive:
“A dimostrazione della sua premessa Paolo si appella all’importanza del battesimo. Il battesimo ‘in Cristo’ significa l’unione con Cristo e la partecipazione in tutti i privilegi e le benedizioni che sono in lui: l’unione con lui in tutti gli aspetti della sua opera come Mediatore, inclusa la sua morte, di cui il suo seppellimento ne fu la conferma non ambigua”.[8]
Efesini 4, 5: "Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo." Qui il "solo battesimo" di Paolo sembra riferirsi all’ordinanza del battesimo con acqua “perché il verso precedente ha già parlato di ‘un solo corpo e un solo Spirito’” (Jones). Il significato che l’apostolo attribuisce all’ordinanza è evidente dal fatto che la pone insieme al solo corpo, Spirito, speranza, Signore, fede e Dio e Padre di tutti nella chiesa. E il suo punto sembra che “tutti quelli che partecipano nel battesimo cristiano amministrato correttamente sono soggetti della medesima ordinanza con lo stesso importo spirituale. Il battesimo è una testimonianza contro la disunità nella chiesa, insieme alle altre sei cose che essa ha in comune” (Jones).
Colossesi 2, 11-12:In questi versi Paolo correla espressamente le due ordinanze della circoncisione dell’Antico Testamento e del battesimo del nuovo Testamento: “In lui voi siete stati anche circoncisi [perietmethete], nell’esservi spogliati della natura peccaminosa, non con una circoncisione fatta da mano d’uomo, ma con la circoncisione fatta da Cristo, essendo stati seppelliti con lui nel battesimo [spirituale] e risuscitati con lui attraverso la fede”.
La relazione tra la circoncisione dell’Antico Testamento e il battesimo del Nuovo Testamento si può vedere semplicemente leggendo le parole “in lui voi siete stati anche circoncisi … essendo stati seppelliti con lui nel battesimo.” E’ chiaro che per Paolo l’importo spirituale del sacramento del battesimo, che è il segno e sigillo esteriore dell’opera battesimale interiore dello Spirito, è equivalente a quella della circoncisione nell’Antico Testamento.[9]
Con l’autorità di Cristo e dei Suoi apostoli, quindi, la chiesa in questa epoca amministra il battesimo in luogo della circoncisione. Ma essa lo fa comprendendo che il significato spirituale del battesimo in quanto segno è essenzialmente lo stesso della cerimonia veterotestamentaria della circoncisione, ovvero un segno di patto dell’azione dello Spirito nel purificare dall’impurità del peccato.
Modo
Con l’eccezione di chi si trova nella tradizione battista, che considera l’immersione seguita dall’emersione come l’unico modo appropriato del battesimo, la posizione e pratica cattolica (universale) della chiesa occidentale riguardante la questione del modo appropriato del battesimo è che “immergere la persona nell’acqua non è necessario, ma il battesimo è correttamente amministrato versando o aspergendo l’acqua sulla persona” (Confessione di Westminster, 28, 3).[10]
Gli apologeti battisti però contendono che (1)baptizo, ha il significato di “immergere”;[11](2) Giovanni 3, 23 implica che l’immersione era il modo che Giovanni il Battista impiegava e ciò è evidente dal fatto che battezzava ad Aenon vicino Salem “perchè lì vi erano molte acque [hydata polla]”; (3) le descrizioni neotestamentarie dei battesimi veri e propri (e.g. Mt. 3, 16; Mar. 1, 9, 10; At. 8, 36-39) supportano l’immersione come il modo appropriato del battesimo; (4) Romani 6, 3-6 e Colossesi 2, 11-12 rendono in modo esplicito il seppellimento e la risurrezione di Cristo il pattern per il modo del battesimo, ovvero: proprio come Cristo fu seppellito così anche per rappresentare la sua morte al peccato il battezzando deve essere immerso in acqua, e proprio come Cristo risorse dai morti così anche per raffigurare la sua risurrezione a novità di vita il battezzando deve emergere dall’acqua.
Nessuna di queste contenzioni può però essere difesa esegeticamente. Per quanto riguarda il significato stesso di baptizo,[12]se è vero che a volte può significare “immergere”, vi sono vari contesti nel Nuovo Testamento dove deve semplicemente significare “lavare”, senza alcun specifico modo. Per esempio, la parola greca ebaptisthein Luca 11, 38, non può significare “fu immerso”: in questo passo infatti veniamo informati che un certo Fariseo “avendo notato che Gesù non si lavò [in greco, letteralmente, “non fu battezzato”] prima del pasto, rimase sorpreso”. Di certo questo Fariseo non si aspettava che Gesù (e si noti che Gesù stesso è il soggetto del verbo, non semplicemente le sue mani) si immergesse in acqua prima di ogni pasto! Di certo, la sua sorpresa fu provocata dal fatto che Gesù non si lavò le mani prima di mangiare, secondo la cerimonia rituale di cui si parla in Mt. 15, 2 e Mr. 7, 3-4, che probabilmente avveniva versando dell’acqua sulle mani (cosa a cui si allude anche in 2 Re 3, 11 e Lu. 7, 44).
Parlando di Marco 7, 3-4, al verso 4 leggiamo: “E [quando essi giunsero] dal mercato, se non si lavano [gr.baptisontai, letteralmente, ‘si battezzano’] non mangiano”. Di nuovo: di certo baptisontainon può significare che i Farisei e tutti i Giudei si immergevano ogni volta che ritornavano a casa dal mercato. [13]
Il verso 4 si riferisce a “lavaggi cerimoniali [baptismous] di coppe ed utensili e conche di rame”, e il Testo di Maggioranza aggiunge anche “e letti [klinon]”. Se klinonnon è certo testualmente, almeno si dovrà riconoscere che questa tradizione testuale non vedeva niente di incongruo nell’idea di “battezzare” dei letti (vedi Lev. 15), un atto che si poteva svolgere senza grandi difficoltà se i letti in questione erano aspersi, ma che avrebbe richiesto un processo molto elaborato se essi avessero dovuto essere immersi.
Dire che Giovanni 3, 23 implichi qualcosa sul modo del battesimo perché nota che vi erano molte acque ad Aenon (che significa “fonti”) dove Giovanni scelse di battezzare è esegeticamente forzato. Le “molte acque” sarebbero state necessarie per qualsiasi grande adunanza di persone che giungevano a lui per ascoltarlo e per ricevere da lui il battesimo, senza nemmeno prendere in considerazione l’utilità di quelle acque per il battesimo. Erano necessarie per provvedere ai bisogni basilari delle persone che si trovano in così grandi numeri lì radunati, senza contare che in quella regione geografica e climatica quelle “molte acque” erano probabilmente non molto profonde.
E’ poi di solito argomentato che le espressioni “scese nell’acqua” e “salì dall’acqua”, nel battesimo di Gesù (Mt. 3, 16; Mr. 1, 9-10) e dell’eunuco etiope (At. 8, 36-39) indicano che l’immersione seguita dall’emersione furono il modo del battesimo praticato in queste occasioni. Ma leggendo attentamente il testo si vedrà che in entrambi i casi, qualsiasi fosse il modo impiegato, il battesimo è un atto separato che seguì lo scendere nell’acqua e precedette il salire dall’acqua. Dovrebbe anche notarsi che nel caso del battesimo dell’eunuco Luca ci dice che sia Filippo che l’eunuco scesero e risalirono dall’acqua. E’ chiaro che questi atti di scendere e risalire dall’acqua non costituirono parte dell’atto battesimale stesso, perché esso avvenne tralo scendere e il risalire e non che fulo scendere e il risalire.[14]
Inoltre, il Nuovo Testamento non descrive mai l’atto stesso del battesimo come scendere o risalire dall’acqua. E’ di certo possibile, anzi, che ciò che fece venire a mente all’eunuco richiedere il battesimo fu il leggere Isaia 53, 7-8 in connessione ai pochi versi precedenti di Isaia 52, 15: “Così il mio servo aspergerà [yazzeh, ovvero, pulire] molte nazioni”[15](Forse aveva anche familiarità con Ezechiele 36, 25: “Vi aspergerò [wzaraqti] con acqua pura, e sarete puri[16].") L’evidenza preponderante suggerisce che il battesimo dell’eunuco fu fatto per aspersione. Infine, si può anche notare che l’atto di andare giù nell’acqua, forse fino alle ginocchia o gambe, sarebbe stato appropriato per poi performare un battesimo per aspersione, facilitando il battezzattore nel sollevare l’acqua dalla superficie dell’acqua fino al capo del battezzando.
Nel caso del battesimo di Saulo, il battesimo della casa di Cornelio, e quello della casa del carceriere di Filippi, dal momento che ognuno di essi avvenne in una casa (Atti 9, 11; 10, 25; 16, 32) e nell’ultimo di questi casi poco dopo mezzanotte (Atti 16, 33) ma prima dell’alba (v. 35), è virtualmente certo che questi battesimi non avvenero per immersione, perché pochissime case a quei tempi avrebbero avuto una vasca all’interno (e, di nuovo, Paolo difficilmente avrebbe portato una famiglia intera ad un fiume dopo mezzanotte), ma è molto probabile che avvennero per aspersione nella casa stessa e al momento stesso.
Inoltre, l’autore degli Ebrei caratterizza tutte le aspersioni cerimoniali dell’Antico Testamento, ovvero le aspersioni (rhantizousa) di quelli che erano impuri cerimonialmente mediante il sangue di capri e tori e le ceneri di una giovenca (9, 13), le aspersioni di Mosè (erantisen) del libro e del popolo col sangue di vitelli misto ad acqua e lana scarlatta (9, 19) e il suo aspergere (erantisen) del tabernacolo e di tutto quanto usato nelle sue cerimonie con sangue (9, 21), come “battesimi [baptismois]”, ovvero, “lavaggi cerimoniali” (9, 10). Poi, lo stesso scrittore poco dopo e Pietro parlano anche di cristiani che sono “aspersi” col sangue di Cristo:
Ebrei 10, 22: "Avviciniamoci a Dio con un cuore sincero in piena certezza di fede, avendo i nostri cuori aspersi [rherantismenoi] per purificarci da una coscienza colpevole e avendo i nostri corpi lavati con acqua pura” (cf. Eze. 36, 25).
Ebrei 12, 24: "[Siete giunti] a Gesù, il mediatore di un nuovo patto, e al sangue asperso [haimati rhantismou] che parla meglio del sangue di Abele”.
1 Pietro 1, 2 “che siete stati scelti … per ubbidire a Gesù Cristo e all’aspersione [rhantismon] col suo sangue” (cf. Is. 52, 15).
Di certo, l’universo semantico del libro agli Ebrei garantisce la conclusione che l’autore considerava l’aspersione del cristiano col sangue di Cristo, che era l’adempimento del sacrificio tipico dell’Antico Testamento, come un “battesimo” spirituale. E di certo “sarebbe strano se il battesimo con acqua che rappresenta l’aspersione del sangue di Cristo non fosse rappresentato, in modo appropriato e significativo, proprio con un’aspersione di acqua”.[17]
Infine, l’opera battesimale di Cristo (cf. Mt. 3, 11; Mr. 1, 8; Lu. 3, 16; Gv. 1, 33; At. 1, 5; 2, 33; 1 Cor. 12, 13), con la quale egli battezza gli eletti mediante o con il suo Spirito, è invariabilmente descritta come lo Spirito che “discende” (Atti 1, 8; 19, 6) che è “sparso” (At. 2, 17, 33) o “cade” (At. 10, 44; 11, 15). Si noti anche Romani 5, 5: “Dio ha sparso il suo amore nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo”. Ora: quale opera significa e sigilla l’ordinanza esteriore del battesimo con acqua se non proprio l’opera battesimale spirituale del Salvatore? Nessun’altra opera salvifica viene chiamata “battesimo” nel Nuovo Testamento. Dunque, se l’ordinanza del battesimo con acqua deve significare l’opera battesimale di Cristo, che viene descritta uniformemente in termini di affusione o aspersione, allora ne consegue che l’ordinanza deve riflettere quella modalità usata da Cristo Stesso nel compiere quello che essa rappresenta: il battesimo spirituale. Per quanto riguarda il battesimo in Romani 6, 2-6 e Colossesi 2, 11-12, che per i battisti sarebbe un seppellimento e risurrezione, analizzando attentamente questi passaggi evidenzierà che la tesi basilare di Paolo in quei passaggi è l’unione del credente a Cristo nella sua crocifissione, morte, seppellimento e risurrezione come antidoto all’antinomismo. Il battesimo per immersione non riflette modalmente la nostra crocifissione con Cristo, che è uno dei quattro aspetti della nostra unione a Cristo che Paolo menzione in quel passaggio di Romani. Murray ha ragione nell’affermare:
E’ arbitrario selezionare un solo aspetto [della nostra unione a Cristo, ovvero il seppellimento] e trovarvi nel linguaggio usato per descriverla l’essenza del modo del battesimo. Fare così è indifendibile a meno che non si segua questo ragionamento coerentemente. Ma non lo si può fare perché il battesimo per immersione non può riflettere visualmente il nostro essere appesi al legno con Cristo, che è uno degli aspetti della nostra unione a Cristo in questo passaggio tanto quanto l’essere seppelliti con lui, e quindi è arbitrario ed invalido.[18]
Selezionare il seppellimento e la risurrezione dai quattro aspetti della nostra unione a Cristo menzionati in questo passaggio e renderli la base del modo in cui applichiamo l’acqua del battesimo è invalido tanto quanto se ci appellassimo a Galati 3, 27 (“voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo”, cf. anche Col. 3, 9-14) e cercassimo di difendere l’affermazione che il battesimo dovrebbe compiersi pretendendo che il battezzando indossi un certo tipo di indumento, ovvero compiere un “battesimo per indossamento”.
Il fatto è che non vi è alcun esempio in tutto il Nuovo Testamento in cui l’immersione seguita dall’emersione è descritto come il modo del battesimo. La pratica battista di battezzare in tal modo è basata semplicemente su un’esegesi fallace della Scrittura. L’ordinanza non deve rappresentare il seppellimento e la risurrezione di Cristo (che sono aspetti della fase già realizzata della sua opera salvifica, che è il sacramento della Cena del Signore a ricordare e significare), ma piuttosto la sua opera battesimale spirituale (ovvero la fase applicativa della sua opera salvifica). Concludo quindi che “immergere la persona nell’acqua non è necessario ma il battesimo è amministrato correttamente versando o aspergendo acqua sulla persona”.
Estratto da: Robert L. Reymond. A New Systematic Theology Of The Christian Faith. Thomas Nelson Publishers, Nashville, 1998. Pagine 923-935.
Traduzione di Francesco De Lucia dall'articolo originale.
Note
[1]Molti studiosi, alcuni più cautamente di altri, ad esempio, Jean Steinmann (Saint John the Baptist and the Desert Tradition, trad. di Michael Boyes [New York: Harper, 1958], pp. 58-61), Millar Burrows (More Light on the Dead Sea Scrolls [New York: Viking, 1958], pp. 56-63), e Charles H. H. Scobie (John the Baptist [Philadelphia: Fortress, 1964] pp. 34-40), contendono o concedono che vi potrebbe essere stata qualche connessione tra il battesimo di ravvedimento del Battista e il battesimo di iniziazione della setta Essena a Qumran. Se è vero che si può costruire un caso convincente, se non per una connessione diretta tra Qumran e Giovanni, ma almeno per un’influenza significativa di Qumran su Giovanni, ci andrei comunque piano perché, se è vero che ciò è possibile, non si deve perder di vista il fatto che, se è vero che lo stile di vita del Battista era ascetico, forse anche Naziritico (Matt. 3, 4; 11, 18; Lu. 1, 15; 7, 33; cf. Num. 6, 1-21; Giudici 13, 5, 7; I Sam. 1, 11), però (1) il suo ministero era essenzialmente profetico (Matt. 3, 1-12 11, 7-14; Mar. 1, 2-3; Lu. 3, 2-9; Giov. 1, 23-27) mentre Qumran era esoterico; (2) egli chiamò generalmente al ravvedimento (Matt. 3, 2, 8; Lu. 3, 8) mentre Qumran era reclusivo e monastico in orientamento; (3) egli richiedeva un’evidenza probatoria di ravvedimento negli affari della vita ordinaria (Lu. 3, 8, 10-14) mentre Qumran richiedeva sottomissione ai rigori della vita ascetica; (4) in quanto precursore del Messia, egli annunciava che questi era arrivato (Giov. 1, 29, 35) mentre Qumran aspettava ancora la sua apparizione; (5) egli aveva una conoscenza della natura e dell’opera del Messia (Matt. 3, 11-12; Giov. 1, 29-35; 3, 27-30) cosa che Qumran non aveva; (6) i suoi discepoli lo lasciarono e seguirono il Messia (Giov. 1, 35-37)–e fu lui stesso ad incoraggiarli a farlo (Giov. 1, 29; 35; At. 19, 4)–mentre gli abitanti di Qumran non avevano questa libertà di lasciare la loro setta; e (7) il suo battesimo era proprio quello che dice il Nuovo Testamento, ovvero, un “battesimo di ravvedimento” col quale quelli che si ravvedevano dei loro peccati ed erano battezzati divenivano membri della comunità pubblica della fede che aspettava l’apparizione del Messia e il suo duplice battesimo, mentre il battesimo di iniziazione di Qumran era per i suoi iniziati un’entrata nella setta monastica che vedeva se stessa come il nuovo Israele. Queste caratteristiche del ministero di Giovanni suggeriscono che esso era distinto e diverso dagli insegnamenti e dalle espressioni ed attitudini settarie di Qumran.
[2]John Murray, Christian Baptism (Philadephia: Presbyterian and Reformed, 1962),5.
[3]Edmund Clowney in The Church (Downers Grove, III.: InterVarsity Press, 1995) dice a questo riguardo: “Il battesimo cristiano è una cerimonia che conferisce un nome. Il battezzato riceve un nome … il nome del Dio triuno … il battesimo conferisce ai cristiani il loro nome di famiglia, il nome che portano quali figli di Dio (Is., 43, 6-7)” (278). Egli fa riferimento alla benedizione di Aaronne in Numeri 6, 24-27 e all’affermazione di Paolo in Efesini 3, 14-15 come supporto.
[4]Murray, Christian Baptism, 7.
[5]Devo a David C. Jones vari pensieri in questa sezione.
[6]La pochezza dei riferimenti paolini al battesimo nelle sue epistole non dovrebbe essere intesa come un suo sminuire questa ordinanza. Benché disse che Cristo non lo inviò a battezzare ma ad evangelizzare (I Cor. 1, 17), quando poi spiega il significato del battesimo gli dà un grande significato (Rom. 6, 3-4) e lo colloca insieme al solo corpo, Spirito, speranza, Signore, fede, e Dio e Padre. Il “solo battesimo” è una ragione in più per l’unità del corpo di Cristo (Ef. 4, 4-5).
[7]Delle più di duecento (!) interpretazioni che sono state date a questo verso, John D. Reaume in ‘Another Look at I Corinthians 15:29, ‘Baptized for the Dead,’ Bibliotheca Sacra 152 (October-December 1995): 457-75, considera le nove più probabili e sceglie quella che comprende hypercome “a motivo di”: “a motivo dell’influenza dei cristiani deceduti”. Cf. anche BAGD, "[baptizo]," 2bg, 132.
[8]“Il fatto di essere morti al peccato è la premessa fondamentale del pensiero dell’apostolo … quello che ha in vista è la breccia definitiva col peccato che costituisce l’identità del credente, di cui il battesimo è il segno e sigillo.”, John Murray, Romans, (Grand Rapids, Mich.: Eerdmans, 1968), 1:213.
[9]Paul King Jewett, teologo battista riformato, riconosce questo quando scrive: “la sola conclusione a cui possiamo giungere è che i due segni [circoncisione e battesimo] come riti esteriori simbolizzano la medesima realtà interiore nel pensiero di Paolo. Quindi la circoncisione può giustamente essere detta la controparte veterotestamentaria del battesimo cristiano. Fin qui l’argomento riformato è biblico, a nostro giudizio. In questo senso il battesimo, per citare il Catechismo di Heidelberg, ‘occupa il luogo della circoncisione nel Nuovo Testamento’”" (Infant Baptism and the Covenant of Grace [Grand Rapids, Mich.: Eerdmans, 1978], 89).
[10]Vedi l’articolo di Warfield, "The Archaeology of the Mode of Baptism," in Studies in Theology (1932; rist., Edinburgh: Banner of Truth, 1988), 345-86.
[11]Alexander Carson nel suo trattamento classico, Baptism in Its Mode and Subjects (Philadelphia: American Baptist Publication Society, 1845), argomenta che la radice di baptizo, è “immergere e nient’altro che immergere”, senza aggiungere che l’oggetto “immerso” deve poi essere ritirato dalla sostanza in cui è stato immerso. L’emersione nel caso dell’ordinanza del battesimo deve però seguirne in modo necessario per non lasciare il candidato in un stato di battesimo per immersione.
[12]James W. Dale argomenta nei suoi monumentali quattri volumi sul battesimo (Classic Baptism Judaic Baptism, Johannic Baptism, and Christic and Patristic Baptism) che baptizo, non significa “immergere” (ovvero, “mettere dentro [e tirar fuori]”) ma piuttosto “mettere insieme così da far rimanere insieme”, con l’importo “in nessun modo governato o dipendente da qualsiasi forma o atto” (Classic Baptism [1867; rist., Phillipsburg, N.J.: Presbyterian and Reformed, 1989], 126). Egli mostra che la parola nel greco classico significa una varietà di cose, come “sommergere, annegare, radicare … immergere, tingere, versare, aspergere, colorare!” Egli conclude dicendo che il battesimo è una parola dalle molte sfaccettature, usata nei modi più svariati a seconda dei casi. Agammennone fu battezzato,e così lo fu Bacco, Cupido, Cleinia, Alessandro, Panthia, Otho, Charicles e tantissimi altri, ognuno in modo diverso dall’altro. Un cieco potrebbe più prontamente selezionare e richiedere un colore dallo spettro di colori o un bambino potrebbe più prontamente uscire dal labirinto di Creta che “i sette saggi di Grecia” potrebbero chiarire la natura o il modo di qualsiasi dato battesimo usando semplicemente un solo significato di baptizo(353-354). E’ per questo che Jay Adams nella sua premessa al libro di Dale Classic Baptismdichiara correttamente che “il battesimo con acqua è un’appropriata ‘ordinanza unente’ che introduce in modo permanente i cristiani alla chiesa visibile, proprio come il battesimo spirituale unisce permanentemente i cristiani alla chiesa invisibile”.
[13]Una lettura variante in A e B in realtà legge rhantisontai, ovvero “aspergere”, il pensiero essendo: “eccetto essi si aspergono dal mercato, non mangiano”.
[14]Tuttavia, siccome la venuta dello Spirito a Pentecoste è descritta in termini di uno “spargimento” (Atti 2:17-18, 33), perché sia Giovanni il Battista (Mt. 3:11) che Gesù (At. 1:5) chiamano la venuta dello Spirito a Pentecoste un “battezzare” da parte di Gesù, e siccome sia Giovanni che Gesù paragonano la prima alla seconda attività battesimale, si ricava che il modo della prima attività battesimale di Giovanni, proprio come la seconda, era per affusione o aspersione.
[15]Col suo studio di yazzeh, l’imperfetto Hiphil di nazah, in Isaia 52:15, nei suoi Studies in Isaiah (Grand Rapids, Mich.: Eerdmans, 1954), 199-206, Edward J. Young dimostra che la radice, che si trova ventiquattro volte nell’Antico Testamento, è una parola rituale tecnica che compare principalmente nella legislazione levitica (vedi Lev. 4:6; 6:27; 8:11; 14:7a; 16:14; Num. 19:18) e che denota un’aspersione cerimoniale con olio, olio e sangue, o acqua, e significa “aspergerà” e non “sorprenderà” o “di cui desterà l’ammirazione” come suggerisce la traduzione della Settuaginta thaumasontai. Alla luce di tutta l’evidenza, concordo con il giudizio di Henri Blocher (The Songs of the Servant [London: Inter Varsity, 1975], 61: “spetta a chi rigetta ‘aspergerà’ provare che non è quella la traduzione corretta”. Va anche notato che alcuni Farisei chiesero a Giovanni il battista, dopo che ebbe negato di essere il Messia, Elia o il Profeta, “perché allora battezzi?” (Gv. 1:25). Dove presero l’idea che il Messia avrebbe battezzato? Se non è “aspergerà” in Isaia 52:15 allora non vi è altra profezia nell’Antico Testamento che afferma questo espressamente. Ma questo quindi suggerisce che la modalità in cui battezzava Giovanni era per aspersione, perché era proprio quella sua attività che provocò da parte dei Farisei la domanda su chi lui fosse e perché allora battezzava. Lo videro aspergere, e conoscendo la profezia di Isaia (52:15) gli chiesero se fosse lui il Messia.
[16]L’Antico Testamento ebraico impiega le due radici dei verbi nazahe zaraq, che significano entrambe “aspergere” quando si parla di lavaggi cerimoniali. La seconda radice sembra denotare un’aspersione più pesante della prima, che viene eseguita con l’intera mano piuttosto che col dito (Esodo 9:8; 29:20-21). Occorre trentacinque volte e, come la radice precedente, si trova principalmente nella legislazione levitica (e.g. Es. 24:6; Lev. 1:5, 11; 3:2, 8, 13; II Re 16:13, 15; Ez. 36:25; 43:18). Messe insieme, i circa sessanta riferimenti alle varie aspersioni nell’Antico Testamento, secondo l’autore di Ebrei, possono tutte essere descritte come “battesimi” (Ebrei 9:10)!
[17]Murray, Christian Baptism, 24.
[18]Ibid., 31. Da notare che Cristo non fu seppellito nel senso che il modo battesimale Battista richiede. Ovvero, il suo corpo non fu posto sottoterra, ma fu temporaneamente depositato in una nuova tomba preparatoria a quello che i suoi discepoli pensavano fossero un intombamento permanente dopo le festività Pasquali.