La Casa di Dio
Il tallone d’Achille del dispensazionalismo:
negare la necessità della nuova nascita per la salvezza
Geoff Volker
La tesi dispensazionalista sulla conversione
Lewis Sperry Chafer è stato uno degli esponenti principali del dispensazionalismo. La sua teologia sistematica è ampiamente riconosciuta come una fonte autorevole di questo sistema teologico. Le due citazioni seguenti sono prese dal volume due della sua opera:
“Il comandamento più importante è credere in Cristo. Normalmente ciò include un ribaltamento di qualsiasi precedente atto di incredulità, ed include riconoscere Gesù Cristo come Dio. Molti cristiani non si sottomettono a Cristo come Signore delle loro vite in via esperienziale fino ad un certo periodo susseguente alla loro salvezza personale, benché secondo la natura della loro fede in Cristo lo accettano come Dio. Di conseguenza qualsiasi appello ad un cambiamento di vita e di attitudine senza la fede in Gesù Cristo non è una presentazione accurata.”[1]
“Nel presentare il Vangelo vi è una sottile tentazione di spingere le persone non soltanto a credere ma anche ad arrendersi a Dio perché ovviamente questo è l’obiettivo ultimo della loro salvezza. Tuttavia nello spiegare i termini della salvezza ciò fa divenire un’opera umana essenziale alla salvezza, confondendo le cose, cosa che la Bibbia non conferma.”[2]
Gesù come Salvatore ma non come Signore
So che sembra semplicistico dire che l’errore del dispensazionalismo è il suo diniego della necessità di avere un cuore nuovo, e so anche che i dispensazionalisti probabilmente reagiranno con forza alla mia accusa di negare l’esistenza della necessità di avere un cuore nuovo per essere un vero credente. Riconosco che essi affermano che ogni credente è rigenerato e che ha un cuore nuovo. Ma quello che sto dicendo è che in fin dei conti, a prescindere da quanto affermino o meno su carta, essi negano nei fatti la realtà della necessità di avere un cuore nuovo per poter essere un vero credente.
Quando affermano che “arrendersi a Dio” alla conversione è opzionale per la salvezza essi stanno di fatto negando la necessità di avere un cuore nuovo per essere salvati. Questo è il motivo per cui nello schema dispensazionalista è perfettamente appropriato dire che un vero credente salvato può ricevere Gesù Cristo come Salvatore ma ancora rigettarlo come Signore. Accettare questa versione delle cose è aprire la chiesa ad una marea di false professioni di fede. Questa concezione di cosa sia necessario per diventare un vero crdente non solo è errata ma è opposta al Vangelo biblico.
Il nuovo patto
In Ebrei 8:7-13 troviamo la descrizione del contenuto del Nuovo Patto. Viene citato un passaggio molto conosciuto, Geremia 33:31-34, che parla della promessa di Dio di ristorare Israele dopo il suo periodo di cattività babilonese. Se si legge il passaggio nel suo contesto originale si potrebbe giurare stia parlando dell’Israele letterale, ma sotto ispirazione divina l’autore agli Ebrei applica questo passaggio al tempo della chiesa del Nuovo Patto, la nostra era presente.
Il contesto di Ebrei 8 raffigura Gesù come Sommo Sacerdote secondo l’ordine di Melchizedek. Egli viene contrastato ai Sommi Sacerdoti Levitici provenienti dalla famiglia di Aaronne, che morivano e dovevano essere rimpiazzati costantemente. Melchizedek, il personaggio affascinante che entra in scena in Genesi 14 come Re di Salem e Sacerdote del Dio Altissimo, è descritto come uno che non ha inizio o fine. Ciò penso voglia dire dire che non ha alcun registro genealogico che descriva la storia della sua famiglia. Nessuno sa da dove venga, egli entra in scena e poi scompare. Gesù è descritto come Sommo Sacerdote secondo l’ordine di Melchizedek per mostrare la superiorità del Suo sacerdozio su quello di Levi. I sacrifici dei sacerdoti Levitici non realizzarono mai di fatto il perdono dei peccati.
“Avendo infatti la legge solo un'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha il potere di condurre alla perfezione, per mezzo di quei sacrifici che si offrono continuamente di anno in anno, coloro che si accostano a Dio. Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che i fedeli, purificati una volta per tutte, non avrebbero ormai più alcuna coscienza dei peccati? Invece per mezzo di quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati, poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri” (Ebrei 10:1-4).
Ma proprio come Melchizedek entra in scena “dal nulla” e non sembra morire, sparendo dalla scena, così anche Gesù muore per il peccato una volta e per sempre e risorge dai morti per vivere per sempre come nostro Redentore. Siccome vive per sempre per redimerci, la salvezza che ha acquistato alla croce ci appartiene per sempre.
“Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna” (Ebrei 9:11-12).
La redenzione che Gesù Cristo ha acquistato alla croce, il Nuovo Patto, è descritto come avente due parti: la prima è il perdono dei peccati, la seconda è il cuore nuovo.
“Dio infatti, biasimando il suo popolo, dice: Ecco vengono giorni, dice il Signore, quando io stipulerò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda un'alleanza nuova; non come l'alleanza che feci con i loro padri, nel giorno in cui li presi per mano per farli uscire dalla terra d'Egitto; poiché essi non son rimasti fedeli alla mia alleanza, anch'io non ebbi più cura di loro, dice il Signore. E questa è l'alleanza che io stipulerò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore: porrò le mie leggi nella loro mente e le imprimerò nei loro cuori; sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Né alcuno avrà più da istruire il suo concittadino, né alcuno il proprio fratello, dicendo: Conosci il Signore! Tutti infatti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro. Perché io perdonerò le loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati” (Ebrei 8:8-12).
Il perdono dei peccati è l’aspetto legale della nostra salvezza dove siamo dichiarati perdonati dal giudice della corte celeste perché ha già pienamente punito Gesù, il Suo Figlio, al posto nostro. Gesù ha pienamente soddisfatto l’ira del Padre così che noi abbiamo pace con Dio. Come risultato dell’opera di Cristo, noi che crediamo siamo giustificati.
“Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; 2 per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo …” (Romani 5:1-2a).
Il cuore nuovo è il desiderio di vivere per Gesù che tutti i veri credenti ricevono al momento della loro conversione. Questo nuovo desiderio, o cuore nuovo, guiderà tutti i credenti a perseguire la Signoria di Cristo. L’autore degli Ebrei lo descrive come la legge scritta sul cuore e nella mente così che nessuno dovrà insegnarti questa cosa. Ma ciò non significa che i credenti non avranno bisogno di insegnanti nella chiesa. Quello che vuol dire è che i credenti saranno motivati dal profondo del loro cuore a vivere per Gesù e nessuno dovrà spingerli dall’esterno, è lo Spirito a motivarli ad ubbidire al Signore dell’universo.
“Dunque, se uno è in Cristo egli è una nuova creatura: le cose vecchie sono passate, ecco, sono diventate nuove” (II Cor. 5:17).
“Da questo sappiamo d'averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco» e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui” (I Giovanni 2:3-4).
Ebrei 8 dice anche che nessuno dovrà insegnare al suo prossimo a conoscere il Signore perché tutti lo conosceranno. Ciò vuol dire che tutti quelli per cui Gesù morì, ovvero gli eletti, nel tempo stabilito crederanno in Lui e desidereranno vivere per Lui. E’ quindi assolutamente garantito che ogni vero credente avrà una vita cambiata, perché questo è il dono acquistato in modo infallibile dal Figlio di Dio al Calvario. La nostra salvezza è un pacchetto: i salvati riceveranno la giustificazione (il perdono dei peccati), la santificazione (una vita cambiata), e la glorificazione (la promessa del Paradiso). Si ricevono o tutte insieme o nessuna. Ma soprattutto si deve capire che senza un cambiamento di vita nessuno andrà in Paradiso, perché una nuova vita è l’evidenza di una vera fede salvifica.
“Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore” (Ebrei 12:14).
Il ravvedimento è molto di più che un cambiamento di pensiero
Quando si fa la domanda: “Cosa devo fare per essere salvato?” la risposta biblica è: ravvediti e credi!
“Ho testimoniato sia a Giudei che ai Greci il ravvedimento (gr. metanoia) nei confronti di Dio e la fede nel nostro Signore Gesù Cristo” (Atti 20:21)
Il significato basilare della parola greca “metanoia” usata nel verso sopra è “cambiamento di mente”, ma quando si parla della conversione essa significa qualcosa di più profondo che ha a che fare con lo stato del cuore dell’uomo. L’uomo per natura odia Dio. A motivo della caduta di Adamo si viene nel mondo colpevoli e si odia il Signore dell’universo. Il problema di far cambiare il pensiero dell’uomo su Dio è che il suo cuore o disposizione verso Dio deve cambiare prima di ogni altra cosa.
“Come sta scritto: Non c'è nessun giusto, nemmeno uno, non c'è sapiente, non c'è chi cerchi Dio! utti hanno traviato e si son pervertiti; non c'è chi compia il bene, non ce n'è neppure uno” (Romani 3:10-12).
“Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Giovanni 6:44).
“L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito” (I Corinzi 2:14).
Il cambiamento del cuore dell’uomo è l’opera dello Spirito Santo. Questo è quanto il nostro Signore disse a Nicodemo in Giovanni 3: a meno che non vi è un’opera dello Spirito di Dio sul cuore dell’uomo egli non crederà mai. Quando lo Spirito attira a Cristo quelli per cui Egli morì, egli cambia i desideri del cuore così che non vogliono più vivere per se stessi (odiando Dio), ma vogliono vivere per Gesù Cristo. Essi cambiano idea su Gesù, ma anche molto di più di questo. Cambiano la loro lealtà: da se stessi e il mondo a Gesù Cristo. Questo è il significato del ravvedimento, ed è del tutto inconcepibile biblicamente non comprenderlo così ma meramente come un cambiamento di pensiero.
“Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell'insegnamento che vi è stato trasmesso e così, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia” (Romani 6:17-18).
Una fede salvifica abbraccia la signoria di Cristo
“Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa” (Giacomo 2:14-17).
Ciò che viene implicato nel passaggio sopra è che la fede salvifica include sempre un desiderio di seguire Gesù Cristo come Signore. Non significa semplicemente convincere qualcuno che Gesù deve essere il loro salvatore, ma il problema è nel cuore: tutti gli uomini hanno un’avversione naturale a Gesù il Dio-Uomo. Credere in Gesù significa riceverlo per tutto quello che Egli è. Non si può mai da se stessi dare al Signore dell’universo le chiavi della nostra vita, la fede salvifica deve esserci data come un dono se deve essere una genuina fede salvifica.
“A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati” (Giovanni 1:12-13).
“Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene” (Efesini 2:8-9).
La testimonianza della disciplina di chiesa riguardo la necessità del cuore nuovo
“Se il tuo fratello commette una colpa, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano” (Matteo 18:15-17).
Quando si viene colti in un peccato verificabile e ci si rifiuta di ravvedersi la Bibbia dice chiaramente che se si continua in quello stato di impenitenza ci si troverà alla fine dinanzi alla chiesa. Se si continua a rifiutarsi di ravvedersi si dovrà essere messi fuori dalla chiesa (scomunica). Il punto chiave è capire che la ragione che si viene messi fuori dalla chiesa e si viene considerati come un non credente è che si sta negando la signoria di Gesù! Un rifiuto continuo di confessare il peccato e lasciarlo è negare che si vuole che Gesù Cristo sia il Signore della tua vita. Non volere che Gesù sia il Signore della tua vita è dimostrare di non avere un cuore nuovo. E non avere un cuore nuovo significa che non si ha una fede salvifica e che si andrà all’inferno!
La necessità del cuore nuovo
“O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!” (I Corinzi 6:9-11).
E’ possibile ricevere Gesù Cristo come Salvatore ma non come Signore e comunque essere salvati? La risposta biblica è, ovviamente, no! La salvezza acquistata dal nostro Signore alla croce ha garantito che chiunque diviene un credente riceve Gesù Cristo come il Signore della sua vita.
Traduzione dall’articolo originale, con permesso dell’autore, di F. De Lucia
Note
[1] L. S. Chafer, ed. Abbreviata, ed. Da John F. Walvoord, publ. da Victor Book, 1988, 189-190
[2] Ibid. p. 195.