La Casa di Dio
Usare il denaro nella chiesa
Gli anziani della nostra chiesa hanno trascorso varie settimane a studiare l’argomento delle finanze nella chiesa. Il nostro desiderio è stato quello di onorare Dio seguendo la leadership del Capo della Chiesa, Gesù Cristo. Ci siamo concentrati su vari passaggi della Scrittura nel cercare di avanzare nel comprendere appropriatamente cosa insegni la Bibbia a riguardo. Nel farlo, da un lato non siamo giunti alla conclusione di essere stati disubbidienti a Dio nel modo di aver usato il denaro fino ad ora, ma dall’altro il nostro studio ci ha fornito una comprensione migliore di quanto le Scritture dicono a riguardo di questo importante argomento. Ciò è risultato nell’aver implementato alcuni cambiamenti strategici nella nostra chiesa riguardo la gestione del denaro. Vogliamo condividere con voi quello che abbiamo imparato.
Per cominciare, i pastori hanno riconosciuto che secondo la Scrittura vi sono 4 aree principali a cui tutti i credenti dovrebbero dedicare parte delle loro risorse:
1. Spese generali
Se è vero dire che questa categoria non è chiaramente delineata nel NT vi sono alcuni costi ovvi associati allo svolgimento di alcune responsabilità basilari di una chiesa. Perfino Gesù e i Suoi discepoli avevano del denaro per affrontare i loro bisogni giornalieri (Giov. 12:6; 13:29). Qualsiasi sia il modo di incontrarsi di una chiesa, vi sono delle spese associate ai luoghi in cui ci si incontra e a relative provviste, costi per eventi e speaker, tasse e assicurazioni, libri per studio personale ed evangelismo, e, come sembra sempre più necessario nella nostra società digitale, il costo di mantenere un sito web e simili. Ogni credente dovrebbe essere pronto a voler contribuire a quanto si mostri necessario per questi fini, ed ogni chiesa dovrebbe avere un budget generale che aiuti a controllare e tracciare questo tipo di spese.
2. L'avanzamento del Regno
Se è vero che non tutti i credenti sono chiamati a portare il vangelo in terre lontane, ogni credente ed ogni chiesa deve seguire l’esempio del NT nel supportare quelli che si danno da fare per la propagazione del vangelo e lo stabilimento di chiese locali (ad es. Filippesi 4:15-18). Coerentemente a questa continua obbligazione e privilegio, una chiesa dovrebbe avere un qualche tipo di piano per identificare chi è degno di tale supporto, per incoraggiare a dare per questo proposito, e per assicurarsi che il denaro a questo fine vada dove è di fatto inviato.
3. Assistere chi è nel bisogno, benedire chi si ama
Sia l’Antico che il Nuovo Testamento pongono una forte enfasi sull’aiutare chi è nel bisogno. Dare a chi è davvero nel bisogno è uno dei segni di una fede genuina (Giacomo 2:14-17; I Giovanni 3:16-18). Uno dei pattern del NT è fare collette speciali per i poveri e i bisognosi (ad es. II Cor. 8-9), ma vi sono altri passaggi nel NT che indicano che un modo comune di andare incontri ai bisogni era questo: un credente donava ad un altro credente nel bisogno in modo diretto (ad es. Tito 3:14; Giacomo 2:14-17; I Giovanni 3:16-18). Questo approccio individuale era probabilmente la norma nel NT. Se i credenti fossero realmente coinvolti nelle vite gli uni degli altri, pregando l’uno per l’altro e cercando di amare realmente l’un l’altro, saprebbero bene se e dove vi siano quei bisogni. Quando un credente diviene cosciente di un bisogno all’interno della chiesa ed ha le risorse per andarvi incontro, il modo più semplice di donare denaro o provviste è farlo direttamente alla persona nel bisogno (o, se è preferibile, attraverso un altro credente in modo anonimo), e questo perfino se vorrà dire aver meno denaro da dare per la chiesa in generale. La generosità personale di un credente dovrebbe essere estesa in qualche modo a tutti quelli che sono nel bisogno, ma specialmente ad altri credenti, e con la priorità massima data ai membri della chiesa dove si è membri. E’ altresì biblico usare il denaro per il semplice proposito di mostrare amore in modo concreto anche quando non vi sia un bisogno urgente in vista. Paolo disse: “Mentre ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti, e specialmente a quelli che sono della famiglia della fede” (Gal. 6:10).
4. Supporto dei leader
E’ responsabilità di ogni credente incoraggiare gli anziani (cioè, i pastori) nelle loro fatiche per la chiesa. Questo è fatto in parte mostrando loro amore, rispetto, e sottomissione (Ebrei 13:17), ma dalla Scrittura del NT si ricava che si dovrebbe anche provvedere per i bisogni materiali di chi conduce la chiesa (ad es. I Tim. 5:17-18; Gal. 6:6). Due verità primarie spiccano ai nostri occhi dopo aver studiato quanto la Bibbia ha da dire a riguardo del supporto finanziario dato ai leader di chiesa, e in particolare nella vita della chiesa di Efeso:
1) Paolo incoraggiò gli anziani in Efeso a seguire il suo esempio lavorando sodo per poter provvedere ai propri bisogni ed essere in grado di dare anche agli altri:
Non ho desiderato né l’argento, né l’oro, né i vestiti di nessuno. 34 Voi stessi sapete che queste mani hanno provveduto ai bisogni miei e di coloro che erano con me. 35 In ogni cosa vi ho mostrato che bisogna venire in aiuto ai deboli lavorando così, e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse egli stesso: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”» (Atti 20:33-35).
2) Paolo incoraggiò Timoteo ad istruire la medesima chiesa (Efeso) ad onorare i loro anziani, in particolare per il loro affaticarsi nella predicazione ed insegnamento:
Gli anziani che tengono bene la presidenza siano reputati degni di doppio onore, specialmente quelli che si affaticano nella predicazione e nell’insegnamento; infatti la Scrittura dice: «Non mettere la museruola al bue che trebbia»; e: «L’operaio è degno del suo salario» (I Timoteo 5:17-18).
Come abbiamo detto, la maggioranza degli interpreti concorda che questa istruzione include non soltanto mostrare “doppio onore”, ovvero rispetto e sottomissione, ma anche doni monetari e provviste materiali. Il contesto di I Timoteo 5, ovvero la citazione di Paolo dall’Antico Testamento sul non mettere la museruola al bue che trebbia (Deut. 25:4), e la sua citazione da Gesù sul fatto che l’operaio è degno del suo salario (Luca 10:7; cf. Matt. 10:10) cospirano insieme a produrre questo significato. Paolo cita da Deuteronomio 25:4 anche in I Corinzi 9:9, dove dice: “Così anche il Signore ha diretto quelli che proclamano il vangelo a vivere del vangelo” (9:14).
E’ importante notare che l’affermazione di Gesù ai Suoi discepoli sul fatto che l’operaio è degno del suo salario non aveva a che fare direttamente col supporto di anziani locali, ma piuttosto di evangelisti e fondatori di chiesa itineranti. Si deve anche notare che non stava parlando di ricevere un salario fisso. Gli uomini che Egli stava mandando dovevano accontentarsi di qualsiasi dono monetario e/o provvista che ricevevano da chi li ospitava durante i loro viaggi. Lo stesso è vero della citazione di Paolo da Deuteronomio 25:4 in I Corinzi 9:9 e della sua dichiarazione che chi predica il vangelo dovrebbe vivere del vangelo (I Cor. 9:14). Nel contesto Paolo non si stava riferendo agli anziani locali, ma ai missionari (apostoli). E tuttavia, il fatto che in I Timoteo 5:17-18 Paolo fa appello alla stessa citazione da Deuteronomio 25:4 e la medesima citazione di Gesù da Luca 10:7 nel dirigere la chiesa ad “onorare” gli anziani locali mostra che il principio del supporto finanziario e materiale è altresì applicabile agli uomini che pasturano e conducono la chiesa locale.
Quando dunque si mettono fianco a fianco i principi insegnati in Atti 20:33-35 e in I Timoteo 5:17-18, emerge un unico sistema composto di due principi complementari:
1. Gli anziani lavorano sodo per poter essere in grado di supportare se stessi ed essere generosi loro stessi verso gli altri, mentre allo stesso tempo si danno da fare per predicare ed insegnare. Questo è il loro focus.
2. I membri che vengono curati ed insegnati dagli anziani onorano gli anziani assicurandosi che i loro bisogni finanziari e fisici sono coperti. Questo è il loro focus.
In questo sistema gli anziani non si focalizzano sul ricevere un salario, e nemmeno sui loro bisogni finanziari e materiali. Invece, danno l’esempio lavorando sodo per andare incontro ai bisogni degli altri. Il resto dei membri non si focalizza meramente a pagare un salario concordato agli anziani mentre beneficiano dal loro ministero, ma si preoccupano di onorare gli anziani per le loro fatiche nel predicare ed insegnare, ed assicurandosi che non sono distratti da cose meno importanti dallo svolgere il loro compito ed opera più importante: predicare ed insegnare. In questo sistema, tutti si preoccupano dei bisogni degli altri più che dei loro propri (Filippesi 2:3-4), e così ci si prende cura di tutti in un modo che onora Cristo.
Di nuovo, nel valutare le istruzioni bibliche che conducono a questo sistema complementare (Atti 20:33-35 e I Timoteo 5:17-18) è importante ricordare che entrambi i passaggi furono scritti in origine come istruzioni rivolte alla stessa chiesa (Efeso). Questo ci dice che il sistema che ne risulta non deriva da un arbitrario accostamento di testi non correlati tra loro, ma anzi che è proprio un design rivelato da Dio. Nessuno dei pastori che hanno condotto questo studio stava servendo la loro chiesa “per i soldi”, e fino ad allora anzi la maggior parte di loro aveva ricevuto un regolare e modesto stipendio per supplementare quanto guadagnavano attraverso il loro impiego al di fuori della chiesa. Poi hanno cominciato a ricevere dei fondi dalla chiesa che sono stati designati specificamente dal donatore come “supporto anziani” (il che significa che non si aspettavano più una somma fissa ogni mese). Ai pastori importa molto di più l’opportunità di confidare in Dio quanto alle loro finanze che il denaro che ricevono. Il loro desiderio era quello di dare un esempio migliore agli altri in chiesa ed essere una fonte di incoraggiamento. Gli anziani sentono realmente “l’onore” nei loro riguardi da parte della chiesa proprio perché hanno scelto di non ricevere un salario fisso e prestabilito.
Porre in azione un nuovo piano
Per svolgere un nuovo piano secondo quanto avevano imparato dalle Scritture, questi pastori hanno iniziato coll’implementare un sistema di buste dedicate alle offerte regolari. Nelle buste si può donare per tre delle quattro categorie di cui abbiamo parlato sopra, più due per eventuali bisogni speciali. Non esiste una categoria per i membri di chiesa nel bisogno perché, come affermato in precedenza, la Bibbia sembra indicare che i credenti di solito dovrebbero andare incontro a quei bisogni donando direttamente a chi è nel bisogno. Donare direttamente non è detraibile, e non vi è bisogno che la chiesa registri la cosa. Contributi per il supporto dei pastori, d’altro canto, sono detraibili e sono indicati sulle buste. Su un lato della busta viene scritto dal donatore per cosa e quanto vuole che la sua offerta vada. Benché la maggioranza dividano le loro offerte per due o tre categorie sulla busta, c’è bisogno soltanto di un assegno o di una singola somma, perché la divisione viene scritta su un lato della busta e il ricavo verrà distribuito per le categorie indicate sulla busta secondo quanto è scritto dal donatore.
Dio richiede fedeltà
Lo studio pastorale sulle istruzioni bibliche a riguardo delle finanze ha anche riaffermato il bisogno che ogni credente ha di riconoscere la sua personale responsabilità dinanzi a Dio nella questione del ricevere e donare il denaro. Ogni membro di chiesa dovrebbe considerare attentamente in preghiera come sta usando il suo denaro, dando priorità al mostrare fedeltà nelle quattro aree elencate in questo articolo. Gesù Stesso disse: Se dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà quelle vere? E, se non siete stati fedeli nei beni altrui, chi vi darà i vostri? (Luca 16:11-12)
Nel cercare il Signore per essere guidati nell’usare le Sue risorse in modo saggio e fedele, i credenti dovrebbero tenere a mente tre verità innegabili che spiccano in questo passaggio:
1. Le risorse materiali che possediamo non sono le nostre. Esse appartengono a Dio e ci sono state soltanto temporaneamente affidate da Dio in questa vita.
2. I credenti renderanno conto al Signore per il modo in cui hanno usato le risorse materiali che Lui ha affidato loro, e saranno trovati da Lui o “fedeli” o “non fedeli” nel come le hanno gestite.
3. La persona che è trovata “non fedele” nella gestione delle sue risorse materiali ne soffrirà una perdita.
Ogni credente ha spazio di crescita in questo campo, nel suo uso delle risorse materiali. Ad esempio, il pensiero e il desiderio di ognuno dovrebbe essere di liberarsi dai debiti, e così di poter avere migliori opportunità di dedicare risorse materiali alla causa di Cristo: che grande cosa questa sarebbe! Le maggiori opportunità che tutti avremmo di servire gli altri sarebbero incredibili! Per questa ed altre ragioni, i credenti e le chiese dovrebbero mettere in preghiera il loro uso del denaro e continuare a studiare dalla Scrittura questa cosa mentre continuano a sforzarsi di perseguire il goal di piacere al Signore in ogni cosa ed essere trovati da Lui amministratori fedeli.
Traduzione di F. De Lucia dall'articolo originale
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